Covid-19, Galli: “Chiusura bar e ristoranti alle 23? Segnale utile e d’impatto”

Il professor Massimo Galli si è espresso in ordine alle misure di contenimento del Covid-19 che il Governo vorrebbe attuare.

Massimo Galli
Massimo Galli (Getty Images)

Continuano a rimanere preoccupanti i numeri dell’epidemia da Covid-19 in Italia. Il Governo, per tale ragione e per scongiurare una risalita della curva avrebbe avanzato la proposta di nuove misure di contenimento. Sul punto si è espresso Massimo Galli, infettivologo dell’Ospedale Sacco di Milano in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera. A suo avviso la chiusura alle 23 di attività connesse alla ristorazione sarebbe un utile segnale per il controllo della movida.

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Covid-19, Massimo Galli: “Chiusura bar e ristoranti alle 23? Segnale forte contro la movida”

Coronavirus Aria condizionata Ristorante
(Getty Images)

La chiusura di bar e ristoranti alle 23 rappresenterebbe un segnale utile e d’impatto nell’ottica in cui lo si legge come un controllo della movida” questa l’opinione del professor Massimo Galli in ordine ad una delle misure di contenimento da Covid-19 che il Governo vorrebbe varare. Una disposizione accolta con non pochi timori da parte degli imprenditori del settore, che ritengono quest’ultima un nuovo ed ennesimo colpo alle proprie attività.

Nel corso della sua intervista a Il Corriere della Sera, il professor Massimo Galli si è espresso sul quelle che dovrebbero essere le misure rientranti nel nuovo DPCM. Nella massima onestà il professore ha rappresentato di non aver avuto modo di approfondire nel dettaglio il testo, tuttavia quanto alle disposizioni sulle mascherine, ritiene che basterebbe solo il buon senso. In sostanza che andrebbe indossata quando lo circostanze lo richiedono, ossia quando non è possibile mantenere il distanziamento. Diversamente è inutile.

Il professor Galli è stato interrogato anche in merito all’attuale condizione degli ospedali. Lui che combatte in prima linea contro il Covid sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria ha affermato: “Rispetto a 10 giorni fa i ricoveri stanno aumentando, così come la gravità dei casi. Tuttavia – riferisce a Il Corrierenon possiamo dire che la situazione è come quella di marzo“. Per l’esperto l’estate è stata caratterizzata da facilonerie e per tale ragione la curva in tutto il Vecchio Continente si è nuovamente impennata. Sarebbero stati i più giovani a contagiare i soggetti più avanti con l’età.

Definire quella attuale una “seconda ondata” per Galli sarebbe un errore. Più che altro è corretto a suo avviso parlare di una ripresa. Ci sarà una seconda ondata solo se scoppierà un altro focolaio indomabile. In ogni caso pensare ad un nuovo lockdown generalizzato è assolutamente da escludere, sarebbe il colpo di grazia all’economia.

Nessun timore, invece, sulle scuole. Per Galli a parlare sono i dati: i numeri di contagi al loro interno sono limitatissimi e tutti quelli che si verificano sono, inoltre, riconducibili a contatti avuti al di fuori dei banchi scolastici.

I giovani, per il professore, dovrebbero essere resi più consapevoli di questa lotta al virus. Bisognerebbe fargli intendere che gli atteggiamenti trasgressivi non sono contemplabili. Insomma, instillare loro la medesima consapevolezza di quando si sensibilizzò questa fascia di popolazione sull’HIV.

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Non mancano riferimenti al mondo dello sport, in particolare al calcio. L’episodio commentato a Il Corriere della Sera è stata la tanto discussa e non disputata partita tra Juventus e Napoli. Per Galli alcune regole del settore non sono compatibili con il mondo reale, andrebbero riviste. Il professor Galli, dunque, auspica buon senso.

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