Coronavirus, l’idea del Ministro Azzolina: “Lezioni online? Non se ne parla”

Le regioni propongono di fare la didattica a distanza per le superiori ma il Ministro Azzolina parla chiaro: “Non se ne parla”

Lucia Azzolina
Lucia Azzolina, Ministra dell’Istruzione (foto dal web)

Il coronavirus non vuole proprio abbandonarci, aumentano i contagi e con essi anche il numero di tamponi effettuati. In questa nuova fase, la fascia più a rischio sembra essere quella che va dai 20 ai 40 anni, per vari motivi a partire dalla movida fino ad arrivare al lavoro e l’istruzione. A tal proposito piomba la proposta avanzata dalle regioni nel corso della cabina regia con il governo sulla misure da inserire nel nuovo decreto: lezioni online per i ragazzi delle scuole superiori al fine di diminuire il carico a bordo dei mezzi di trasporto. 

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Didattica a distanza, la proposta

Scuola
Scuola (foto dal web)

Giovanni Toti, presidente della Liguria, ha esplicitato l’intenzione di alcuni governatori. Alla luce dell’aumento dei contagi e dell’affollamento dei mezzi pubblici, è stato suggerito all’esecutivo di trasformare in didattica a distanza alcune delle classi superiori visto che i ragazzi possono stare a casa da soli senza incidere sulle esigenze familiari. “Sarebbe abbastanza coerente pensare anche ai mezzi pubblici – propone Toti –  siccome ancora oggi un piano di incremento vero e proprio degli stessi da parte del governo non è stato predisposto”, ha spiegato il presidente della Liguria.

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La risposta del Ministro Azzolina

Il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina prende la parola rispondendo: “Non se ne parla”. Per la donna la priorità resta la scuola in presenza, da considerarsi unica e insostituibile. Per questo afferma convinta il no, ritenendo inoltre che i focolai legati alla scuola siano contenuti, che i protocolli stiano funzionando e che le cause dei contagi tra gli studenti andrebbero trovate spesso nei contesti esterni.

Lucia Azzolina
Lucia Azzolina (foto dal web)

Per il momento il premier Conte si è limitato a prendere atto del progetto, rinviando la valutazione e decidendo di non inserire questa soluzione nel nuovo Dpcm che sostituisce quello in scadenza il 15 ottobre.

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