Coronavirus, pazienti contagiati dimessi: la decisione della Cina

Introdotto un ulteriore periodo di quarantena di 14 giorni per i pazienti dimessi: la decisione, assunta dalle autorità di Wuhan si è resa necessaria poichè vi sono stati casi di apparente guarigione da infezione da nuovo coronavirus.

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Sembravano guariti, invece a seguito di ulteriori test alcuni pazienti sono risultati ancora positivi ai test per il nuovo coronavirus. Per tale ragione le autorità sanitarie di Wuhan hanno disposto per i soggetti dimessi un ulteriore periodo di quarantena di 14 giorni. In Italia, un provvedimento di tal genere, potrà essere adottato solo se la comunità scientifica cinese mostrerà delle inconfutabili evidenze.

Coronavirus, ulteriore periodo di quarantena per i soggetti dimessi

Ulteriori 14 giorni di quarantana per i pazienti risultati guariti dall’infezione da nuovo coronavirus. Questa la decisione delle autorità sanitarie di Wuhan, comunicata tramite il proprio account Weibo. La misura nasce dal fatto che alcuni soggetti, dichiarati guariti, continuavano ad essere positivi ai test. Si trattava in pratica di casi, riporta l’Adnkronos, di apparente guarigione.

Nuove indicazioni, dunque, quelle contenute nelle linee guida cinesi sulla Covid-19. Stando a quanto riferisce la redazione di AdnKronos, ad impartire l’ordine la National Health Commission (Nhc) tramite la sesta edizione del Piano per la diagnosi e il trattamento della malattia. I pazienti guariti dovranno rimanere a casa e non avere contatti con altri soggetti per altri 14 giorni, onde evitare in via precauzionale possibilità di eventuali contagi. La Nhc ha, inoltre, aggiunto che i guariti dovranno recarsi in ospedale per controlli nella seconda e nella quarta settimana dopo la fase di dimissione. Il nuovo piano, riporta l’Adnkronos, ha sottolineato che i pazienti infetti dal 2019-nCoV potrebbe anche soffrire di insufficienza multiorgano.

Gianni Rezza, direttore Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), ha commentato la scelta delle autorità cinesi. A suo avviso è un provvedimento esagerato quello di ordinare a soggetti guariti un’ulteriore quarantena di 14 giorni. Una misura che, ad avviso del professor Rezza, in Italia non va adottata. Qualora un paziente dovesse risultare negativo al test due volte, prosegue l’esperto, non è necessario un ulteriore periodo di quarantena. La Nhc, spiega Rezza, ha adottato questa decisione con ogni probabilità in virtù del contesto ambientale cinese. L’Italia, solo se gli esperti cinesi dimostreranno che la decisione ha una evidenza scientifica, potrebbe optare per un tale scelta. Fino ad allora, riporta AdnKronos citando il professor Rezza, nel nostro Paese non sarà ritenuta da adottare.

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