Coronavirus, l’allarme di Burioni: “Anche i giovani a rischio”

Coronavirus, il noto virologo Roberto Burioni lancia l’allarme per la popolazione giovanile, anch’essa a rischio di contrarre la malattia

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Roberto Burioni a Che tempo che fa (screenshot) 

Il nuovo decreto legge in arrivo da parte del Governo, previsto per la giornata di oggi, potrebbe recare misure drastiche per tentare di contenere il coronavirus. Si va verso la chiusura di scuole e università per diversi giorni, verso norme che limitino gli assembramenti di persone e quasi tutte le manifestazioni pubbliche. Condizioni che potrebbero ripercuotersi anche sull’effettuazione di pubblici servizi. Intanto, i dati sul contagio sono in costante aumento giorno dopo giorno. Il bilancio di ieri sera parlava di 2.260 casi di contagio e di 80 morti. Una situazione che fa chiedere a molti: quando si arresterà tutto questo? Quando si potrà tornare alla normalità?

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Prova a rispondere Roberto Burioni, noto virologo, che ha rilasciato importanti dichiarazioni al ‘Corriere della Sera’. “Siamo all’inizio di un’epidemia – spiega – Sono giorni decisivi per capire se siamo riusciti nel contenimento del virus oppure no. Non abbiamo vaccini e farmaci, soltanto due armi. Ossia la diagnosi per riconoscere il Covid-19 e l’isolamento. Non resta che ridurre i contatti sociali il più possibile, fin quando l’espansione del virus non rallenterà. Non bastano i dati di uno o più giorni, si deve ragionare su un periodo più lungo. I dati che leggiamo oggi sono relativi in alcuni casi ai tamponi effettuati dieci giorni fa. Il trend è di sicuro in crescita, sapremo di essere fuori pericolo quando la curva sarà discendente e per lungo tempo. Dobbiamo fare sacrifici, pensate a cosa succederebbe se il virus fosse libero di circolare. Se ci ammalassimo tutti, il sistema sanitario andrebbe in tilt. Il caso del paziente uno, un 38enne che faceva attività sportiva, ci dimostra che anche i giovani possono contrarre sintomi gravi. Potrebbe aiutarci il fattore meteo: in estate i virus circolano di meno, poiché si sta più all’area aperta”.

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