Coronavirus, spunta la data di commercializzazione del vaccino

Il team dell’Università Campus Bio-Medico di Roma guidato da Massimo Ciccozzi ha raggiunto importanti risultati sul meccanismo genetico del coronavirus. Il Vaccino non arriverà prima di gennaio 2021

Coronavirus
Coronavirus (Getty Images)

Novità sul coronavirus direttamente dagli studi di casa nostra. È Massimo Ciccozzi, docente dell’Università Campus Bio-Medico di Roma che insieme al suo team ha dato una svolta sulla ricerca inerente il Covid-19. Lo studio dal team, ha infatti ricostruito la mutazione genetica del virus. Un dato importantissimo che ha permesso di capire non solo come il coronavirus abbia infettato l’uomo ma permetterà di confezionare anche un vaccino efficace.

Ciccozzi ha infatti spiegato ai microfoni dell’Adnkronos lo stato dell’arte sul vaccino e la sua commercializzazione. Lo studioso ha parlato di una data precisa, non vicina ma nemmeno troppo lontana. Bisognerà aspettare il nuovo anno per l’arrivo del vaccino: “Su questo – ha spiegato Ciccozzi – tutti rispondono in modo diverso. Anthony Fauci, che è uno dei più grossi immunologi a livello mondiale, sta lavorando a un vaccino e ha detto che a fine aprile ci saranno i primi test sull’uomo. L’istituto di immunologia di Bethesda – ha continuato – ha fatto un vaccino utilizzando informatica e biogenetica, non virus inattivati. Questa fase pre-clinica è stata molto veloce tanto che verso la fine di aprile inizieranno appunto le sperimentazioni sull’uomo, circa 20-25 volontari sani, per arrivare alla fase 4 che è la fase finale, quella della commercializzazione prevista per gennaio prossimo. In meno di un anno non si può fare un vaccino”.

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Coronavirus, un’epidemia paragonata alla Sars

Dagli studi genetici fatti a Roma arrivano novità anche sulla mutazione del coronavirus e su questo aspetto Ciccozzi lancia il suo monito: “Questo virus muta in continuazione. Paragono il coronavirus alla Sars. Non possiamo paragonarlo a un virus influenzale. Il coronavirus fa una mutazione ogni mille basi nucleoditiche. Quello della Sars del 2002- 2003 ne faceva una ogni 10 mila. Quindi è molto veloce”.

Per queste ragioni lo studioso si dice preoccupato. La prima azione da mettere in campo è “quella di fermare il prima possibile questa epidemia perché continua a mutare – ha detto in sintesi – L’epidemia va fermata in quanto la cosa fondamentale è evitare che le persone s’infettino. Evitiamo i casi di morte e quindi evitiamo che il virus faccia altre mutazioni”.

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Covid-19, come si è sviluppato il virus

Ciccozzi infine ha spiegato anche come il coronavirus abbia infettato l’uomo. È stato possibile capire tutto questo grazie alla ricostruzione della mutazione genetica fatta dal suo team. Tra i suoi collaboratori essenziale è stato il contributo di Domenico Benvenuto, studente del VI di Medicina e chirurgia e primo firmatario della ricerca. Il giovane ha individuato la mutazione, dato che permetterà di capire come si muove e varia l’epidemia e come arrivare ad un vaccino efficace.

“L’ipotesi che facciamo noi – ha sottolinea Ciccozzi – è che sia accaduto tutto nei wet market di Wuhan, i cosiddetti mercati umidi. Mercati dove si vendono animali vivi”.

«In certi luoghi – ha spiegato lo studioso – non c’è la corrente elettrica, non ci sono frigoriferi. Per questo gli animali devono essere venduti vivi. E poi vengono macellati. In questo modo le mani si imbrattano di sangue. Quindi, probabilmente questo virus è passato all’uomo tramite il sangue e poi è andato in circolo. Ha riconosciuto le cellule con il recettore, come una serratura, è entrato e ha innescato l’epidemia: questa è l’ipotesi”.

Secondo la ricerca romana dunque si è attivata una catena di trasmissione che è andata dall’animale all’uomo tramite le mani e poi per via respiratoria, attraverso tosse e starnuti come avviene per l’influenza.

La mutazione del “salto di specie”, secondo Cicozzi, si sarebbe verificata prima di Natale. “Il coronavirus – ha concluso – è un virus animale, fa parte del pipistrello. Sta nel pipistrello e anche in tanti altri animali. Il virus prova a fare delle mutazioni, poi per caso fa una mutazione che gli permette di fare il salto di specie. Una mutazione che va a riconoscere i recettori particolari sulla cellula respiratoria».

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Coronavirus (GettyImages)

 

 

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