Coronavirus, il caso dell’uomo di 36 anni morto in un Hotel

Coronavirus, l’emergenza continua a spaventare il mondo dopo la morte di Li Liang, un uomo di 36 anni, deceduto dopo essere stato dimesso dall’ospedale.

Coronavirus
(Getty Images)

Il coronavirus continua a spaventare il mondo dopo la storia di Li Liang, un uomo di 36 anni, deceduto dopo essere stato dimesso dall’ospedale dopo che i medici avevano riscontato sintomi lievi.

La storia di Li Liang, morto a 36 anni per il coronavirus

Li Liang, come riporta il Daily Star, è un uomo di 36 anni che, lo scorso 12 febbraio, è stato ricoverato in ospedale a Wuhan, il centro cinese dove è partita l’emergenza coronavirus e dove è stato trovato anche un cane debolmente positivo. In ospedale, Li Liang è rimasto due settimane. Quando le sue condizioni sono migliorate, l’uomo è stato dimesso. I medici, però, prima di autorizzarlo ha lasciare l’ospedale, gli hanno dato una serie di scrupolose direttive da seguire: l’uomo avrebbe dovuto seguire un periodo di quarantena di 14 giorni.

Come fa sapere il South China Morning Post che riporta i dettagli della vicenda, l’uomo avrebbe dovuto trascorrere la quarantena in un hotel, ma dopo essere stato dimesso dall’ospedale, le condizioni del 36enne, come ha raccontato la moglie, sono peggiorate. L’uomo ha cominciato a soffire di secchezza delle fauci e di problemi di stomaco fino a morire pochi giorni dopo aver lasciato l’ospedale.

Come scrive il Daily Star, sul certificato di morte di Li Liang sarebbe stato indicato come causa della morte il coronavirus. Tra i sintomi accusati dall’uomo ci sarebbe stato anche l’ostruzione respiratoria. Secondo i ricercatori Università di Pechino e Shangai ci sarebbero due ceppi del Covid-19: il tip S più pericoloso e a lunga scadena e il tipo L più letale.

L’intervento umano potrebbe aver esercitato una pressione selettiva più severa sul tipo L, che potrebbe essere più aggressivo e potrebbe diffondersi più rapidamente“, ha spiegato il team di studiosi che sta cercando di capire come fermare i contagi.

Coronavirus
(Getty Images)
Impostazioni privacy