Coronavirus, documento Siaarti per terapia intensiva: “Ecco chi privilegiare”

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Coronavirus, la Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva ha rilasciato alcune “raccomandazioni” in un documento

Continua ad aumentare l’emergenza in Italia legata al coronavirus. Il numero dei casi positivi continua ad aumentare a dismisura e i posti letto negli ospedali continuano a ridursi. C’è grande emergenza medica nei reparti ospedalieri del nord Italia. Il nuovo Covid-19 suscita in alcuni pazienti insufficienza respiratoria e per questo motivo occorrono numerose macchine per la ventilazione assistita. In molti ospedali è già partita la richiesta per nuovi macchinari. Di fronte a tale emergenza, i medici spesso sono costretti ad effettuare alcune scelte. La Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva ha adottato un protocollo per dare alcune raccomandazioni ai professionisti del settore. Il documento si può leggere sul sito web ufficiale.

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Coronavirus, il documento della Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva

La Siaarti ha postato un documento dal titolo “Raccomandazioni di etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro loro sospensione in condizioni eccezionali di squilibrio tra necessità e risorse disponibili”. In una situazione di tale emergenza, l’associazione consiglia di privilegiare i pazienti che presentano la maggiore speranza di vita. Considerando la disponibilità delle istituzioni, questo non è una raccomandazione immorale, ma un semplice consiglio per garantire appropriati trattamenti verso chi ne potrebbe trarre maggiori benefici. Come si legge nel comunicato, “Siamo consapevoli che affrontare questo tema può essere moralmente ed emotivamente difficile. Non è la Siaarti, con questo documento di raccomandazioni, a proporre di trattare alcuni pazienti e di limitare i trattamenti su altri. Sono gli eventi emergenziali che stanno costringendo gli anestesisti-rianimatori a focalizzare l’attenzione sull’appropriatezza dei trattamenti verso chi ne può trarre maggiore beneficio laddove le risorse non sono disponibili per tutti i pazienti”. Nonostante alcuni ospedali siano vicino al collasso, questa visione è contestata dall’ordine dei medici.

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