Covid-19, Mark Zuckemberg lancia l’allarme facebook

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Il Covid-19 ha fatto preoccupare Mark Zuckerberg. Il boss di facebook lancia l’allarme, i server sarebbe in pericolo rischiano addirittura di «fondersi»

In tempi di coronavirus si è costretti a stare a casa il più tempo possibile. Questo aumenta il tempo di milioni di utenti da trascorrere sui social. Spazio che viene occupato e lavoro per i server. Il tutto ha fatto preoccupare Mark Zuckerberg. Secondo il boss di facebook, i server sarebbe in pericolo rischiano addirittura di «fondersi». Il problema in Italia non riguarda solo Facebook, almeno in Italia, ma anche Tim. L’amministratore delegato Luigi Gubitosi, negli ultimi tempi ha «registrato un aumento di oltre il 70% del traffico internet sulla rete fissa, con un grande contributo derivante dai giochi online come Fortnite». Un’altra diretta conseguenza del lockdown, che oltre ai lavoratori ha lasciato a casa anche milioni di studenti.  Valeria Rossi, direttore generale del Milano Internet Exchange, centro di interconnessione da dove transita il 20% del traffico italiano, ha dichiarato al corsera:  «Dal decreto dell’8 marzo firmato dal governo abbiamo visto un incremento del traffico del 25%, e ormai siamo costantemente sopra il terabit al secondo». Intanto la Regione Piemonte ha comunicato che, da quando è scattata l’emergenza, sul suo territorio il consumo di Internet è cresciuto del 50% rispetto a gennaio.

Il capo di facebook lancia l’allarme e chiarisce sui dati ai governi

È interessante: mentre in Italia e nel mondo intero si discute della possibilità di attingere ai dati degli smartphone per contenere il virus Sars-Cov-2, Mark Zuckerberg mette le mani avanti e dice che non condividerà le informazioni dei singoli raccolte dalle sue piattaforme. «Per ora è un ragionamento ipotetico, perché nessuno (governi) me lo ha ancora chiesto», ha aggiunto mercoledì sera nel corso di una telefonata con i giornalisti a cui ha preso parte anche il Corriere. L’amministratore delegato di Facebook ha chiarito come da tempo la sua società produca «mappe di prevenzione delle malattie con set di dati aggregati e anonimizzati basati sulla posizione degli utenti  per le organizzazioni sanitarie di tutto il mondo».

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