Covid-19, i contagi a Bergamo e a Codogno: il confronto clamoroso

Il boom di contagi registrato a Codogno era inferiore alla “fetta” stimata nel centro di Bergamo. L’analisi dell’esperto

Covid-19 Bergamo
Covid-19(Getty Images)

Il Sars-Cov-2, meglio conosciuto come Covid-19 è sulla bocca di tutti ed ogni giorno che passa non fa altro che far parlare di sè. Bergamo e Brescia su tutte hanno conosciuto il suo momento di estrema affermazione. Lo straripante livello di contagi registrato nei giorni scorsi sembra sopirsi col passare dei giorni. Tutto parte dal Paziente 1 di Codogno, indicata dai media come città “focolaio” dell’epidemia. A questa segue una fase di approfondito studio da parte di alcuni epidemiologi, per comprenderne la diffusione su vasta scala.

Tra di essi spicca l’intelletto del Professor Tirani, membro del dipartimento di Prevenzione di Ats Bergamo.  In poco più di tre mesi il Professore giunge alla conclusione di 5830 casi confermati di CoVid-19 in Lombardia. Un numero impressionante che ha registrato la sua crescita esponenziale tra la fine di Febbraio e l’inizio di Marzo. Un rapporto di 1:3 nel Bergamasco e dunque un raddoppio del numero di infezioni in tempi piuttosto brevi. Grazie allo studio del diffondersi della malattia da Covid-19, si è potuto tracciare una catena di contatti di trasmissione della malattia, derivante da tutta una serie di fattori corrispondenti agli spostamenti, alle frequentazioni e gli hobbies delle persone.

LEGGI ANCHE —–> Coronavirus, studio dimostra quanto tempo resiste nell’aria

Bergamo, bacino d’utenza del Covid-19: le tre fasi della diffusione

Covid-19 Bergamo
Covid-19 (Getty Images)

Dal Paziente 1 di Codogno, il Covid-19 si è affermato a Bergamo, mentre al giorno d’oggi resgistra un evidente calo dei contagi. Un sospiro di sollievo per gli abitanti lombardi che si spera, vedono allontanarsi il picco dell’influenza in maniera piuttosto costante. Ma in molti si chiedono come, questo virus, si sia potuto intensificare così velocemente dal 1° Gennaio ad oggi. La risposta sta nello studio di 3 fasi di diffusione epidemica del Covid-19. Si è passati da una sporadicità dell’aumento dei casi dal 1 Gennaio al 19 Febbraio, di pazienti che hanno avuto contatti con il conosciutissimo Paziente 1. In seguito si attesta l’ipotesi del periodo di incubazione del Covid-19 fino ai 15 giorni, prima di scatenare i suoi terribili effetti. Effetti devastanti nella seconda fase dello studio, caratterizzata dalla somministrazione dei test sia ai sintomatici sia agli asintomatici. Si arriva dunque al termine dell’analisi con l’obbligatorietà di trattamento solo ed esclusivamente ai pazienti sintomatici. Un valore numerico di poca rilevanza  che ha registrato il suo picco a 280 pazienti infetti il 1 Marzo.

 

 

LEGGI ANCHE —–>  Coronavirus, aggiornamento Borrelli: 77.635 positivi, 12.428 vittime e 15.729 guariti

Un “riassunto” del lavoro da parte degli organi sanitari, stremati e costretti ad avvalersi della facoltà di operare di necessità virtù. Ma resta tuttavia impressionante la testimonianza di come questo virus non risparmi davvero nessuno.

Impostazioni privacy