Covid-19, Donald Trump: la decisione presa a discapito dell’ambiente e dell’uomo

Donald Trump, nel pieno dell’emergenza sanitaria di carattere planetario a causa del Covid-19, ha deciso di sospendere le leggi sull’inquinamento e la tutela dell’ambiente.

Donald Trump
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump (Getty Images)

L’Agenzia Americana per l’ambiente (EPA) ha comunicato che il Presidente Donald Trump ha sospeso le leggi sull’inquinamento e la tutela dell’ambienta verranno sospese. In sostanza, dunque, le aziende a Stelle e Strisce non dovranno rispettare le imposizioni dei protocolli internazionali.

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Covid-19 Ambiente, Trump sospende le leggi sull’inquinamento

Inquinamento
(Getty Images)

Donald Trump, da sempre accusato di essere un nemico dell’ambiente, non fa altro che fornire conferme a quelli che lui stesso definisce come detrattori. Il Presidente ha deciso che, in questo periodo di emergenza sanitaria a causa del Covid-19, le leggi sull’inquinamento negli USA sono sospese. O meglio. La decisione, assunta direttamente dall’Agenzia Americana per l’ambiente, prevede per sua stessa ammissione che non verranno chieste sanzioni per l’inosservanza delle leggi sul monitoraggio dell’inquinamento da parte delle aziende. Tuttavia l’Epa auspica che “gli operatori dei sistemi idrici pubblici continuino – riporta il New York Timesa garantire la sicurezza delle forniture di acqua potabile”. A spingere l’agenzia sarebbero state le pressioni dell’American Petroleum Institute. Una decisione controversa e criticata ritenuta dai più come una semplice “licenza” del Tycoon per non rispettare l’ambiente e rimanere impuniti.

Per rassicurare la popolazione, e quindi anche gli ambientalisti, l’Epa ha precisato che il suo impegno rimarrà forte nel proteggere la salute umana e l’ambiente. Tuttavia bisogna fare i conti con la dura realtà: l’epidemia da Covid-19 sta influendo in modo diretto sulla capacità di tutte le strutture tener fede alle normative vigenti in tema di emissioni. Andrew Wheeler, amministratore dell’Agenzia ha aggiunto che questa è una decisione temporanea, assunta al fine di far fronte alle condizioni straordinarie al momento in essere. A far storcere il naso, però, è il fatto che tale politica sarà retroattiva, entrando in vigore a far data dal 13 marzo 2020.

Ma i dissidi sono sorti anche all’interno della stessa Agenzia. Per la precisione tra i vertici. Cynthia Giles, che in Epa riveste un importante carica, ha dichiarato che se da una parte è ragionevole porre la misura come una necessità dettata dalle contingenti circostanze, dall’altra è certo che rappresenti un pericolo per i cittadini americani.

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Il maggior pericolo, secondo gli esperti, riguarderebbe l’inquinamento atmosferico. Ed infatti, le zone in cui si registrano le maggiori emissioni sono quelle in cui abitano cittadini ai margini della società. Soggetti già a rischio che con un incremento dei livelli di inquinamento sarebbero ancor più vulnerabili. Ricordiamo, infatti, che il sistema sanitario americano è privatizzato, di talchè i cittadini che versano in condizioni di disagio avrebbero maggiori difficoltà ad accedere alle cure mediche.

Per non parlare del fatto che gli inquinanti atmosferici causano problemi a cuore e polmoni.

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Città inquinamento
(Getty Images)

Ciò accadrebbe nel bel mezzo di una pandemia che attacca proprio nei soggetti affetti gli apparati cardio-respiratori.

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