Mortalità della pandemia ed inquinamento: la terribile conferma

Secondo un recente studio, i livelli di inquinamento inciderebbero sul tasso di mortalità del Covid-19: nelle aree in cui il tasso è maggiore i pazienti hanno più possibilità di morire a causa dell’infezione.

Inquinamento
(Foto di Ralf Vetterle-Pixabay)

Un recente studio ha scoperto che i livelli di inquinamento inciderebbero sul tasso di mortalità del Covid-19. Ed infatti, è emerso che soggetti colpiti dal virus hanno maggiori possibilità di morire a causa dell’infezione se vivono in una zona dove il tasso è più alto.

A renderlo noto i ricercatori della TH Chan School of Public Health dell’Università di Harvard: i livelli di pm 2.5 sono associati alla mortalità. Coautrice dello studio una professoressa di biostatistica, Francesca Dominici.

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L’inquinamento aumenta il tasso di mortalità del Covid-19

Inquinamento
(JuergenPM-Pixabay)

Nelle aree maggiormente inquinate si registrerà il maggior numero di morti ed è li che le risorse andranno concentrate. Ad affermarlo Francesca Dominici, professoressa di biostatistica, coautrice dello studio che. Il suo team ha dimostrato una correlazione tra gli alti livelli di inquinamento e l’aumento di tassi di mortalità del Covid-19. La ricerca è stata effettuata oltre Oceano, nell’Università di Harvard, ed ha preso in oggetto i grandi centri urbani degli Usa.

Stando a quanto riporta Il Messaggero, è emerso dallo studio che se Manhattan avesse ridotto il livello di un solo microgrammo per metro cubo di particolato, adesso si sarebbero registrati 248 morti in meno a causa del Covid-19. Sostanzialmente un soggetto colpito dal virus che vive da anni in luoghi con alto tasso di inquinamento ha il 15% di possibilità in più di morire per infezione rispetto a chi invece si trova in zone con aria pulita. La Professoressa Dominici ha affermato che lo studio condotto dal suo team ha restituito un dato allarmante: luoghi come la California potrebbero registrare dati drammatici.

Uno studio perfettamente in linea con quanto sin ora conosciuto circa la correlazione fra inquinamento e maggior esposizione a disturbi dell’apparato cardiocircolatorio e respiratorio. I dati lasciano spazio e donano spunto per una riflessione da tempo al centro del dibattito: tenere sotto controllo l’inquinamento, a prescindere dalla pandemia, potrebbe ridurre i rischi di mortalità nella popolazione. Stando a quanto riferisce Il Messaggero citando il New York Times, quello di Harvard non è il primo studio in merito. L’inquinamento esporrebbe i cittadini delle grandi città anche ad un alto rischio di tumori, ictus ed infarti.

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Città inquinamento
(Getty Images)

I ricercatori di Harvard hanno effettuato una comparazione tra i dati degli ultimi 17 anni di 3.000 contee e quelli degli attuali decessi per Covid-19 sino al 4 aprile scorso. Da qui è emersa la sintesi dello studio.

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