Ryanair, contraria alle restrizioni, minaccia l’Italia: “Stupide regole”

Ryanair contraria alle restrizioni: La compagnia in una lettera agli scali italiani: “Chi offre condizioni migliori avrà vantaggi”

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Persone in aeroporto (getty images)

Ryanair contraria alle restrizioni previste dalla fase 2 che stanno emergendo man mano. Le aziende già sono state messe a conoscenza delle restrizioni per permettere loro di organizzarsi. Non le condivide la compagnia irlandese low cost Ryanair che scriver una lettere agli italiani:  “Chi offre condizioni migliori avrà vantaggi”. In sostanza la compagni low cost basa l’intera offerta sul prezzo. Per attenersi alle nuove regole del distanziamento, dovrà fare dei voli con un carico di utenti minore. Per difendersi chiede, così, di non pagare tasse agli scali, minacciando di lasciarli. Il patron Michael O’Leary, in un’intervista al Financial Times parla di “stupide regole” sul distanziamento. Un vero attacco all’Italia che ha sollecitato l’intervento del presidente dell’Osservatorio Nazionale su Liberalizzazioni e Trasporti, Dario Balotta, che chiede al ministero dei Trasporti per “riportare al rispetto delle regole il settore”.

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Ryanair contraria al distanziamento: “Solo un’Idea idiota”

Restrizioni per chi deve volare a causa del coronavirus
Coronavirus aeroporti (foto Pixabay)

Il patron della compagnia ha avuto parole dure sulle scelte che prossimamente saranno ufficializzate in Italia: “Non possiamo guadagnare” e “ciò non basta a garantire il distanziamento sociale, quindi è una specie di idea idiota che non ottiene nessun risultato”. Nella lettera all’Italia, la compagnia ha fatto le sue proposte, che sembrano più delle pretese, in realtà:

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Aeroporto (getty images)

Il vettore, nel riprendere il servizio, “darà priorità” agli scali che assicureranno “zero tasse” tra maggio e ottobre, “zero tassa di atterraggio e tassa aeroportuale ridotta del 50%” tra novembre e marzo del 2021 e “tassa aeroportuale ridotta del 50%” tra aprile e ottobre 2021. Per lo stesso periodo Ryanair vuole anche che ci sia “nessuna tassa per le nuove rotte“. 

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