L’emergenza delle partite Iva

Le partite Iva di ogni settore hanno subìto gli effetti severi della chiusura della quasi totalità delle attività senza percepire aiuti in denaro, salvi i bonus di 600euro per il mese di marzo. Iniziata da pochi giorni la fase 2, ci si interroga se le nuove misure consisteranno solo in proroghe delle scadenze di pagamento oppure se saranno introdotte misure di sostegno alla liquidità.

L'emergenza delle partite Iva
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Di certo, anche alla luce della circolare n. 11/E del 6 maggio 2020, sappiamo che è confermata la sospensione delle scadenze in materia di Iva fino al 30 giugno, tra cui la presentazione della dichiarazione annuale IVA, del modello TR, della comunicazione della LIPE del primo trimestre 2020 e, infine, dell’esterometro del primo trimestre 2020.

Rammenta, tuttavia, l’Agenzia che “in assenza della presentazione della dichiarazione IVA o del modello TR, gli uffici non potranno procedere a liquidare ed eseguire il rimborso dell’IVA a credito, annuale o trimestrale, ed è precluso l’utilizzo in compensazione del credito IVA, annuale in misura superiore a 5.000 euro, o trimestrale, che può essere effettuato, ricorrendone le altre condizioni, a partire dal decimo giorno successivo a quello di presentazione della dichiarazione o del modello da cui il credito emerge”.

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Quali interventi per dare liquidità alle partite Iva?

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Quanto a interventi concreti, finalizzati a “iniettare” liquidità, per aprile e maggio è prevista un’indennità ancora una volta di 600euro a favore di lavoratori dipendenti e autonomi che, a causa del Covid-19, hanno cessato, ridotto o sospeso la propria attività o il proprio rapporto di lavoro.

Tra i beneficiari saranno inclusi anche alcuni lavoratori dipendenti stagionali, i lavoratori intermittenti, i lavoratori autonomi, privi di partita iva, gli incaricati alle vendite a domicilio, in base a specifici criteri.

In base al decreto di maggio (ex decreto di aprile), che si attende sia emanato a giorni se non a ore, potranno richiedere un’indennità di mille euro per il mese di maggio 2020 i liberi professionisti titolari di partita iva attiva, iscritti alla Gestione separata dell’Inps. Requisito necessario: la comprovata riduzione di almeno il 33% del reddito del secondo bimestre 2020 rispetto allo stesso bimestre del 2019.

La perdita del 33% sarà molto probabilmente misurata in base al principio di cassa, valutando la differenza tra i ricavi e i compensi percepiti e le spese effettivamente sostenute.

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Non è invece quali aiuti avranno i liberi professionisti iscritti a casse private.

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