Ripartenza sostenibile dopo l’emergenza: i quattro punti fondamentali

In un’intervista rilasciata a Vanity Fair, il direttore delle Campagne Greenpeace Italia, Alessandro Giannì ha parlato dei quattro punti fondamentali per una ripresa sostenibile dopo l’emergenza.

Bicicletta
(Foto di Free-Photos-Pixabay)

L’emergenza provocata dal diffondersi del coronavirus a livello globale ha portato diversi benefici all’ambiente. Dalla riduzione delle emissioni alla ripopolazione di alcuni zone da parte degli animali selvatici, sono questi alcuni degli effetti ambientali delle misure di contenimento stabilite dai governi per scongiurare il diffondersi dell’epidemia. Il pericolo, secondo alcuni esperti, è che una volta terminata l’emergenza questi benefici possano rapidamente svanire. In merito ha parlato il direttore delle Campagne Greenpeace Italia, Alessandro Giannì in un’intervista rilasciata alla redazione di Vanity Fair.

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Ripartenza sostenibile dopo l’emergenza: i quattro punti fondamentali per il direttore delle Campagne Greenpeace Italia Alessandro Giannì

Pianta
(Foto di ejaugsburg-Pixabay)

Sono quattro i punti chiave per ripartire salvaguardando l’ambiente dopo le misure di contenimento disposte per via dell’emergenza coronavirus. A spiegarli è Alessandro Giannì, direttore delle Campagne Greenpeace Italia nel corso di un’intervista al settimanale Vanity Fair. In apertura, Giannì afferma che non è possibile sperare in una pandemia di simili dimensioni per raggiungere risultati come quelli registrati in queste settimane, come la riduzione dell’8% rispetto allo scorso anno delle emissioni di Co2 a livello globale. Greenpeace, afferma il direttore, ha già chiesto ai governanti una visione “chiara e globale” per cercare la giusta direzione da cui ripartire salvaguardando l’ambiente. “Ci sono – spiega Giannì– già 17 ministri europei dell’ambiente che hanno chiesto di uscire da questa crisi attraverso l’applicazione del Green Deal di cui verranno anche ampliati gli obiettivi“.

Proseguendo nell’intervista a Vanity Fair, il membro dell’organizzazione, parla dei punti sopra anticipati. In primo luogo, secondo Giannì, servirebbero urgenti misure per la salvaguardia della diversità biologica. “Ci sono aree marine e terrestri protette sulle quali bisognerebbe investire per creare un’occupazione sana“.

Il secondo punto riguarda una mobilità a basso impatto incentivando l’utilizzo di mezzi sostenibili che ridurrebbero le emissioni nell’aria. Per quanto riguarda il terzo, secondo Giannì, come riporta Vanity Fair, di dovrebbero valutare strategie di ripresa economica che badino all’ambiente. “Si calcola –spiega il direttore delle Campagne di Greenpeace- che l’emergenza Covid-19 causerà a livello globale un trilione di dollari di perdite, ma la crisi climatica potrebbe provocarne da 25 a 65 trilioni di dollari. Bisogna cominciare ad investire sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica“. Infine, secondo Giannì, fondamentale sarebbe l’approvvigionamento sostenibile di cibo, in quest’ottica sarà importante preferire una dieta vegetariana riducendo l’uso di carne o pesce.

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Pianta
(Foto di Kasjan Farbisz-Pixabay)

Per Giannì è importante evitare di tornare indietro dopo questa crisi sistemica perché il pianeta ci ha dato dei segnali chiari, ma dovremmo essere noi a scegliere come agire.

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