Terapia ormonale per il cancro alla prostata curerebbe gli uomini dal Coronavirus

Un nuovo studio su una terapia ormonale per il cancro alla prostata sembrerebbe dare speranze per la prevenzione e la cura delle infezioni da Covid-19.

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Ogni giorno, grazie al lavoro incessante dei ricercatori in tutti i paesi del mondo, si scoprono novità sul Covid-19. Dall’Università della Svizzera italiana è arrivato uno studio condotto sui contagiati da coronavirus puntando l’attenzione sugli uomini della regione italiana del Veneto. I ricercatori hanno scoperto che i pazienti con carcinoma prostatico avevano un rischio aumentato di 1,8 volte di contrarre il coronavirus e che tali soggetti hanno inoltre sviluppato una malattia più grave.

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Lo studio della terapia ADT sul Covid 19

Massimo Clementi
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La ricerca svizzera ha tuttavia evidenziato che gli uomini che sono stati sottoposti a terapia di deprivazione  androgenica – ADT, per gli ormoni sessuali maschili come il testosterone che è necessaria per combattere il cancro alla prostata sono meno a rischio contagio da Covid-19 e seppur infettati sviluppano forme di infezioni meno gravi. Lo studio, pubblicato negli Annals of Oncology, ha dimostrato che su un campione di 5.273 persone solo quattro hanno sviluppato l’infezione da Covid-19 e fra queste nessuna è morta. Da tali ricerche si è trovata una correlazione fra ADT e Covid 19, la speranza degli studiosi è sostanzialmente legata all’uso della terapia di deprivazione androgenica, almeno per un periodo limitato, per prevenire l’infezione e per ridurne la gravità. Lo scopo infatti è quello di partire da questa ricerca per valutare l’efficacia dell’ADT non soltanto nel trattamento dell’infezione da Covid 19 ma anche per la prevenzione del contagio del nuovo coronavirus.

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Virus ricerca guariti pazienti anticorpi
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Fabrice André, caporedattore della rivista che per prima ha pubblicato i risultati della ricerca dell’Università della Svizzera italiana ha dichiarato tuttavia che: “Questa classe di farmaci non dovrebbe essere utilizzata per prevenire o curare l’infezione da Covid-19 fino a quando il progresso di nuovi studi non ne avranno confermato l’efficacia.”

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