Decreto Bonafede, torna dentro il carceriere del piccolo Di Matteo

Torna dentro Franco Cataldo, 85 anni, era tra i 300 boss scarcerati a causa dellʼepidemia coronavirus. E’ il secondo nome eccellente a rientrare in cella

Proprio mentre si vota la sfiducia al ministro Bonafede in Senato, il decreto dello stesso, studiato per rimediare alla fuga di 300 pericolosi carcerati a causa della pandemia, porta ad un secondo grande risultato. Torna in cella, infatti, Franco Cataldo, 85 anni, era tra i 300 boss scarcerati a causa dellʼepidemia coronavirus. Cataldo è stato il carceriere del piccolo Giuseppe Di Matteo, poi ucciso dalla mafia e sciolto nell’acido per punire il padre che si era pentito. Era a Geraci, in Sicilia, ai domiciliari ma gli 85 anni non sono bastati. Il decreto Bonafede prevede appunto che rientrino in cella i condannati al 41-bis visto che in questo tipo di pena i rischi di contagio sono ai minimi. Il 41-bis, o carcere duro, non prevede contatti con altre persone durante la detenzione.

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Torna dentro il carceriere di Giuseppe Di Matteo

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede
Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede (Getty Images)

Cataldo venne arrestato a San Giuseppe Jato e secondo le indagini il piccolo è stato segregato in un casolare che era di sua proprietà, prima che Giovanni Brusca ne ordinasse l’omicidio. Il primo a tornare in cella grazie al decreto Bonafede è stato il boss palermitano Antonino Sacco, che era stato messo ai domiciliari dal Tribunale di sorveglianza per l’emergenza coronavirus.

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Parlamento (Getty Images)

Il nuovo vice capo Roberto Tartaglia ha già stilato una lista con una ventina di nomi a cui dovranno essere revocati i domiciliari. Il decreto punta a far rientrare tutti i mafiosi in carcere. Nel mirino e in procinto di rientrare è Pasquale Zagaria, fratello del capoclan Michele e mente economica dei casalesi.

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