Riapertura Lombardia: preoccupa il tasso di contagi ancora troppo alto

La riapertura dei confini regionali potrebbe essere prorogata per la Lombardia che vede ancora un elevato tasso di contagi.

Coronavirus Milano
(Getty Images)

I dati dell’epidemia da Covid-19 ormai da settimane mostrano significativi miglioramenti. Diminuita sensibilmente la pressione nelle terapie intensive ed in costante aumento il numero dei guariti. Tuttavia la regione Lombardia continua a registrare un elevato numero di positivi. Nell’ultima settimana ad esempio i suoi casi hanno rappresentato il 58% del totale nazionale.

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Lombardi, ancora alto il numero dei contagi: si pensa ad una proroga per la riapertura

Coronavirus Milano Covid 19 Lombardia
Piazza Duomo, Milano (Getty Images)

I numeri dei contagi della Lombardia sembrerebbero ancora troppo elevati per pensare ad una riapertura dei confini. Stando a quanto riporta la redazione de Il Mattino, la circolazione del virus sarebbe ancora troppo elevata. Nell’ultima settimana, infatti, mediamente si sono registrati 257 casi, che rappresentano il 58% del totale su tutto il territorio nazionale.

A prescindere, dunque, dall’indice di contagio, determinante è comunque il fatto che la regione del Governatore Attilio Fontana non mostra un miglioramento così netto come altre regioni. Il numero di ammalati, è sempre consistente.

Un dato che emerge anche analizzando le percentuali di contagi all’esito dei tamponi che restano sempre, riporta Il Mattino, superiori al 4%. Nella giornata di oggi sarà trasmesso il report delle Regioni e da lì potrà il Ministero effettuare le sue valutazioni sulla riapertura. Le zone ancora critiche, però, rimangono quelle del nord, nello specifico Lombardia, Piemonte e Liguria.

Nettamente migliore, invece, la situazione in Veneto ed Emilia, anch’esse all’inizio dell’emergenza stravolte dal virus. In entrambe i casi sono in netta discesa arrivando a poco meno di 20, nello specifico rispettivamente 16 e 18 qualche giorno fa.

La Lombardia preoccupa gli esperti

La questione del Nord desta preoccupazione nella comunità scientifica. L’infettivologo Luigi Toma sul punto ha dichiarato che sarebbe evidente che in quelle zone sussiste ancora un grande numero di positivi non rilevati. La minor stretta ha portato ad un evidente aumento di nuovi casi. A suo avviso, riporta Il Messaggero, c’è qualcosa che ancora non andrebbe nell’attività di monitoraggio. A ciò si aggiungerebbe il caso della provincia autonoma di Trento in cui l’indice di contagio la scorsa settimana aveva superato la soglia critica di 1.

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Una circostanza verificatasi anche ad Aosta che aveva fatto suonare il campanello d’allarme. La situazione però ora sarebbe sotto controllo con soli 5 casi nell’ultima settimana.

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