Floyd, ora intorno alla Casa Bianca c’è il “recinto” di Trump

Il presidente ha deciso di issare un’ulteriore protezione davanti la sua residenza dopo le proteste scoppiate per la morte di George Floyd

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(foto dal web)

Donald Trump corre ai ripari nel cuore delle proteste negli Usa per la morte di George Floyd. Il presidente americano blinda la Casa Bianca con un “recinto” per non permettere ai manifestanti di avvicinarsi. La residenza del presidente negli scorsi giorni è stata, infatti, presa d’assalto dai tanti che stanno protestando in questi giorni difficili dopo la morte dell’afroamericano. Il presidente con la famiglia era stato anche condotto nel bunker della Casa Bianca per sicurezza.

Ora con la decisione di far costruire questo recinto monta la polemica. Sui social si susseguono i commenti ironici sul video che ritrae la recinzione. Tra questi: “Vuole costruire un muro”, ed il riferimento è a quello con il Messico, per “proteggere gli americani e costruisce un muro davanti alla Casa Bianca per proteggersi dagli americani”, è uno dei commenti più virali. “Il sogno di Trump diventa realtà”, ironizzano altri.

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Floyd, il messaggio in difesa di Trump: “La morte una messa in scena”

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(GettyImages)

Un post che ha scatenato l’America intera quello che ha scritto della repubblicana Cynthia Brehm. Una vera bufera intorno a lei che si è lasciata andare allo sfogo social in difesa del presidente Donald Trump che in queste ore è sotto assedio non solo da parte dei manifestanti.

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Per la donna l’uccisione di Floyd sarebbe stata una messa in scena solo per far apparire cattivo Trump. Questo il post, poi cancellato. Alla Brehm, presidente dei repubblicani della Bexar County, in Texas, il governatore Greg Abbott chiede di dimettersi.

Si associano anche altri repubblicani che spiegano come le sue parole siano a dir poco “disgustose, non c’è posto per lei nel partito”. La Brehm avrebbe però dichiarato che non intende affatto dimettersi.

Floyd, una marea di gente per i funerali

Minneapolis è un fiume di gente che partecipa ai funerali di George Floyd. Si è tenuta, ieri, infatti, la prima delle tre cerimonie funebri che lo ricorderanno. Tantissima gente, tra giovani, gente comune e moltissimi afroamericani, ha affollato il santuario della North Central University.

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Tantissimi i messaggi per l’uomo ucciso dalla polizia, diversi gli esponenti di associazioni e attivisti. La famiglia Floyd si è rivolta al pastore newyorkese Al Sharpton che ha gestito il discorso principale durate la cerimonia.

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(GettyImages)

“Stiamo insieme, americani di diverse comunità e generazioni. Stiamo insieme e stavolta possiamo cambiare le cose” ha detto.

 

 

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