Nasce il progetto Ipercovid: lo studio sull’efficacia delle immunoglobuline iperimmuni

Si chiama progetto IPERCOVID ed è stato sviluppato a Napoli: si tratta di uno studio sull’efficacia delle immunoglobuline iperimmuni contro il coronavirus.

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LABORATORIO (Getty Images)

In attesa del vaccino, da Napoli giunge un progetto ribattezzato IPERCOVID che studia l’efficacia delle immunoglobuline iperimmuni altamente contro il coronavirus. Uno studio che vede collaborare l’Università Federico II, l’Azienda ospedaliera dei Colli e Biotekent, nonché un’altra società nota del settore.

La plasmaterapia ed il plasma iperimmune sono stati oggetto di una querelle, non molte settimane fa, tra il dottor Giuseppe De Donno ed il noto virologo Roberto Burioni. Una discussione che si era trascinata finanche nei salotti televisivi. Il professor De Donno, ha sempre sostenuto a spada tratta i risultati raggiunti dal proprio ospedale, il primo ad impiegare tale terapia, ed ha contestato alcune affermazioni di Burioni. Nello specifico quest’ultimo dichiarò che si sarebbe trattato di un metodo dispendioso, perché sintetizzare il plasma aveva un costo elevato, per non parlare poi delle verifiche massime che si sarebbero dovute dare sul plasma donato. Per il professor De Donno una dichiarazione di tal genere aveva tratti di insensatezza, in primo luogo perché il plasma non ha un costo non dovendo per forza essere prodotto in laboratorio, in secondo luogo i controlli venivano effettuati con incommensurabile attenzione.

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IPERCOVID il progetto sanitario in attesa del vaccino

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(Getty Images)

Viene da Napoli il progetto ribattezzato IPERCOVID che si occupa di vagliare l’efficacia curativa delle immunoglobuline iperimmuni contro il Covid-19. Si tratta di uno studio che ha quale fine quello di vagliare l’efficacia del presidio nei pazienti più gravi. L’obiettivo è anche quello di predisporre piani di prevenzione per chi è più a rischio contagio, come ad esempio gli operatori sanitari.

Giunto l’ok dai vari comitati etici, a coordinare lo studio avanguardistico saranno il professor Giuseppe Matarese ed Antonio Leonardi dell’ateneo napoletano, Chiara Schiraldi dell’università Vanvitelli ed infine il dottor Roberto Parella. A gestire il progetto la BioTekNet in persona del dottor Amleto D’Agostino e l’ingegnera Concetta D’Orio.

Cosa sono le immunoglobuline iperimmuni?

A spiegare di cosa si tratta nello specifico i responsabili dello studio. Le immunoglobuline iperimmuni sono “un preparato biomedico che consiste in una soluzione in cui è purificata in condizioni di Good Manufacturing Practices (GMP) la frazione gamma-globulinica del plasma, contenente gli anticorpi sviluppati – riporta la redazione di Fanpagecontro il SARS-CoV2 dai soggetti guariti recentemente dall’infezione”. Una preparazione già impiegata da tempo per curare altre patologie.

Gli studiosi aggiungono che questo presidio agirebbe creando nel soggetto un’immunizzazione passiva, ossia creata da un altro pazienta ed a lui “trasmessa”. Considerate le modalità di trattamento, potrebbe essere somministrata come terapia anche ai soggetti più deboli.

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(Getty Images)

Un progetto di certo innovativo che come spiegato dagli stessi ricercatori creerebbe, in attesa del vaccino, un ulteriore metodo per fronteggiare il virus.

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