Ragusa, regolamento di conti tra clan. Ucciso ex collaboratore di giustizia

Ragusa. Orazio Sciortino, 51 anni, è stato ucciso ieri in un terreno di sua proprietà. Aveva collaborato per far chiarezza sulla strage di San Basilio del 1999

Ragusa
Forze dell’ordine – Foto dal web

Orazio Sciortino, 51 anni, è stato ucciso ieri tramite colpi d’arma da fuoco. Il suo cadavere è stato rinvenuto in un terreno di sua proprietà nelle campagne di Vittoria, paese in provincia di Ragusa. L’uomo era un ex pentito, le sue dichiarazioni fecero chiarezza riguardo la strage di San Basilio di Vittoria. Durante l’evento morirono 5 persone. Sciortino era affiliato ai clan Carbonaro Dominante.

Il 2 gennaio 1999 un commando mafioso entrò in azione nel bar del distributore Esso sulla S.S. 115 Vittoria-Comiso. I bersagli erano: Angelo Mirabella, appartenente al clan della ‘Stidda’ di Vittoria, Rosario Nobile, e Claudio Motta, affiliati al clan Dominante. Persero la vita anche due tifosi della squadra del Vittoria Calcio:  Rosario Salerno (28 anni) e Salvatore Ottone (27 anni). L’unico a salvarsi fu il barista che si nascose dietro il bancone e venne risparmiato dai sicari.

Nel 2013 si fece luce sulla strage. Grazie anche alle dichiarazioni di Sciortino si risalì al clan Piscopo ed Emmanuello di Gela, rivali della “Stidda”.

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Regolamento di conti per la strage di San Basilio (Ragusa)

Ragusa
manette – foto dal web

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Furono arrestati e condannati all’ergastolo i fratelli Giovanni ed Alessandro Piscopo e l’omonimo cugino, Alessandro Piscopo. Agli arresti anche Enzo Mangione, il basista che raccolse tutte le informazioni.

Secondo Carmelo Massimo Billizzi, altro collaboratore di giustizia, i clan Piscopo ed Emmanuello, rivali della “Stidda” vittoriese, furono i mandanti. Billizzi chiese supporto al boss di Mazzarino Salvatore Siciliano, il quale fornì i killer Giuseppe Selvaggio e Claudio Calogero Cinardo. Alfonso Scozzari mise a disposizione le armi. Giovanni Avvento ed Alessandro Emmanuello, due presunti componenti del commando, vennero condotti all’ergastolo mentre i pentiti Gianluca Gammino e Billizzi vennero condannati a 30 anni.

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