“Chiedo di essere fucilato”, mafioso al 41 bis scrive a Mattarella

“Chiedo di essere fucilato”, È l’appello contenuto nella lunga lettera inviata al Presidente della Repubblica dall’ex boss catanese Salvatore Cappello. Il mafioso è condannato all’ergastolo e da 23 anni è in regime di carcere duro, ossia 41 bis. Non vuole più restare in carcere, preferisce farla finita e ha deciso di scrivere al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ecco il testo integrale della lettera:

“Alla S.V. Illustrissima  affinché intervenga a far eseguire la condanna inflittami dalla Corte d’Assise di Catania e Milano cioè la condanna a morte nascosta dietro la parola ERGASTOLO, con FINE PENA 9999, cioè FINE PENA MAI! Chiedo che la condanna venga eseguita perché dopo 24 anni, di cui 23 passati al 41 bis, SONO MORTO già tante di quelle volte che non lo sopporto più; ogni volta che lo rinnovano muoio; quando guardo gli occhi dei miei figli, dei miei cari, di mia moglie penso che la condanna a morte è anche per loro. E non voglio che muoiano tutte le volte lo rinnovano con scuse banali e senza fondamento, per questo chiedo di morire”.

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Carcere Modena
Polizia Penitenziaria e Soccorsi al carcere Sant’Anna di Modena (Getty Images)

“Che so… sei un 41 bis? Non puoi farti nemmeno un uovo fritto. È questa la lotta alla mafia? Tu hai preso 30 anni (senza uccidere nessuno) per estorsione ed associazione? Con l’art. 4 bis li sconti tutti senza benefici; ma se tu hai ucciso un bambino, lo hai violentato, sconti 20 anni e niente 41 bis, niente restrizioni. Questo è lo Stato italiano! Che so, rubi un tonno per fame? Sconti dai 3 ai 5 anni; poi – prosegue Cappello – c’è chi ruba milioni di euro, quelli vanno a Rebibbia in attesa dei domiciliari! E sono peggio dei mafiosi perché loro hanno giurato fedeltà allo Stato”. Un discorso sentito tante volte da criminali e che rende l’idea di quanto sia importante la questione morale di chi rappresenta il pubblico e le istituzioni. Non vanno creati alibi per queste persone e per chi, da giovane, decide di intraprendere la carriera criminale di qualsiasi tipo.

“No sig. Presidente, non sono un santo, sono, o meglio, ero, un delinquente. Ma – prosegue nella lettera – sono 10 anni che ho dato un taglio a tutto per amore dei miei figli e dei miei cari. Ma ciò non è servito a niente perché le procure non vogliono che tu dia un taglio al passato, o ti penti o sei sempre un mafioso da sfruttare tutte le volte che fanno un blitz sfruttando il nome per dare più risalto per dare più peso al blitz e tu ci vai di mezzo solo perché  un megalomane fa il tuo nome; non vogliono nemmeno che i tuoi figli lavorano perché vogliono che seguono le ‘orme del padre’, se trovano lavoro vanno dal datore di lavoro e gli dicono che stanno facendo lavorare il figlio di un mafioso. Se non lavorano dicono che non lavorano. Ma, ringraziando Dio, i miei figli lavorano tutti, lavori umili, ma lavorano, e fanno sacrifici per venirmi a trovare”. Un retroscena questo del lavoro che se confermato aprirebbe uno scenario grave. E’ chiaro che chi sbaglia deve capire gli errori attraverso le pene, ma i figli hanno anche il diritto di farsi una vita normale.

“Se chiedo la fucilazione – spiega – lo faccio anche per loro, per non dargli più problemi. Sa cosa vuol dire ricevere un telex che dice che tua figlia è ricoverata in fin di vita, vedi se puoi telefonare? No al 41 bis non posso chiamare; ho un solo colloquio al mese o una telefonata. Se avessi ucciso un bambino non sarei stato ‘mafioso’, non avrei il 41 bis, allora si, assassino di bambini se ricevevo un telex tipo ‘mamma ha la febbre’, allora potevo telefonare, chiedere colloqui e tutto. Questa è la legge italiana! Signor Presidente, sono 23 anni che non ho una carezza dei miei genitori, che non abbraccio i miei figli, che non tocco la mano di mia moglie, perciò – conclude l’ex boss – mi chiedo ‘è questa la vita che devo fare fino alla morte’? E allora facciamola finita subito.

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Strage di Capaci
Mattarella (GettyImages)

FUCILATEMI! P.S. NON RESTITUITE IL CORPO ALLA MIA FAMIGLIA, SAREBBERO PER LORO ALTRI PROBLEMI. GRAZIE”

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