Etiopia riempie la diga sul Nilo Azzurro, scontro con Egitto e Sudan

Dopo mesi di negoziati con Egitto e Sudan riguardo la Diga del Gran Rinascimento sul Nilo Azzurro, l’Etiopia decide unilateralmente di riempirne il bacino

Diga in Etiopia - prima apertura (Web)
Diga in Etiopia – prima apertura (Web)

L’Etiopia dopo l’ennesimo fallimento dei negoziati con Egitto e Sudan relativi alla Diga del Gran Rinascimento sul Nilo Azzurro, ha iniziato a riempirne il bacino. Lo testimoniano i satelliti. Il ministro delle Risorse Idriche, dell’Irrigazione e dell’Energia dell’Etiopia ha dichiarato all’emittente statale Ethiopian Broadcasting Corporation che “il riempimento è iniziato, come testimoniato da immagini satellitari catturate tra il 27 giugno e il 12 luglio che ritraggono l’incremento dell’acqua nel bacino”.

L’Egitto dopo la decima piaga potrebbe rischiare l’undicesima che si chiama Grand Ethiopian Renaissance Dam (GERD): la diga più grande mai costruita nell’ultimo secolo che si trova in Etiopia, a soli 15 kmdal Sudan. Uno sbarramento artificiale lungo circa 1.800 metri per incanalare le acque del Nilo Azzurro. I lavori sono iniziato nel 2011 e la centrale fornirà energia a 65 milioni di persone una volta conclusa.

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Un’infrastruttura cruciale per i progetti di crescita economica di Addis Abeba, in Etiopia. Al contrario, Il Cairo teme per il flusso d’acqua del Nilo da cui dipende buona parte della sua economia. Dieci anni di negoziati non sono serviti a trovare l’accordo, che coinvolge anche gli interessi del Sudan. Il Sudan negli anni ha caldeggiato una soluzione diplomatica, ponendo con l’Egitto dei rilievi tecnici esaminati all’inizio dell’anno anche a Washington e, più recentemente, dell’Unione africana.

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Diga in Etiopia - dopo apertura (Web)
Diga in Etiopia – dopo apertura (Web)

Il ministro etiope per l’Acqua, Seleshi Bekele, ha confermato: “La costruzione della diga e il riempimento del lago serbatoio vanno di pari passo”. Il governo etiope ha deciso di chiudere la sezione centrale della diga e le turbine del livello più basso potrebbero tra non molto entrare in azione. Una massa imponente, che dovrebbe generare 6.45 gigawatt di elettricità.

Una volta completata la fase di riempimento, Addis Abeba non intende essere legata a quantità determinate e fisse di acqua da rilasciare, e quindi dipendere né da Egitto né tanto meno dal vicino Sudan. Il rischio più volte paventato è quello di un vero e proprio conflitto armato per l’acqua.

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Mappa (Web)
Mappa (Web)

La decisione repentina dell’Etiopia potrebbe avere una spiegazione: a seguito della recente uccisione di un noto cantante dell’etnia Oromo, il Paese ha conosciuto violenti scontri etnici che hanno provocato oltre 200 morti e forse il presidente Al-Sisi vuole ristabilire una certa armonia e consenso interno.

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