Covid-19, Signorelli: “Il virus c’è e sta circolando, non c’è da stare tranquilli”

L’igienista Carlo Signorelli ha parlato dell’attuale quadro epidemico spiegando che il virus continua a circolare e che non c’è da stare tranquilli.

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(Getty Images)

I numeri non saranno esorbitanti, ma di certo lo zero non è stato toccato. Diversamente da quelle che erano le previsioni, infatti, in Italia la tanto anelata totale assenza di casi pare essere un obbiettivo lontano. A commentare tale frangente è intervenuto il professore di Igiene e Sanità pubblica del San Raffaele di Milano, Carlo Signorelli. L’esperto, alla redazione di Adnkronos Salute, ha dichiarato il virus continua a circolare e che ci sarebbe poco da stare tranquilli.

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Covid-19, Carlo Signorelli: “Il virus c’è e sta circolando, non c’è da stare tranquilli

Carlo Signorelli
Il professore di Igiene e Sanità pubblica del San Raffaele di Milano, Carlo Signorelli (foto dal web)

I dati non mentono, lo zero è un obbiettivo lontano. Secondo le stime primaverili si pensava che la soglia del nessun caso sarebbe stata toccata dalla stragrande maggioranza delle Regioni già nel mese di giugno. Ma così non è.

A commentare i numeri e l’attuale quadro il professor Carlo Signorelli, igienista presso il San Raffaele di Milano. L’esperto, intervistato dalla redazione dell’Adnkronos, ha dichiarato: “Il virus c’è e sta circolando. È ovvio. E ciò, nonostante le stime, che alla fine si sono rivelate sbagliate. Queste ultime prevedevano zero contagi in tutte le regioni ed indicavano anche le esatte date in cui si sarebbe registrato“. Il professor Signorelli ha proseguito affermando che seppure i numeri non mostrano eccessivi incrementi comunque sono lontani da una scomparsa radicale. A suo avviso tale circostanza avrebbe ben poco da far stare tranquilli gli italiani.

Ci tiene, tuttavia, a precisare che in ogni caso una considerazione è ovvia: “Per ragioni che ancora non si conoscono, queste infezioni da Covid-19 non stanno più determinando casi gravi. La parte di questi ultimi è, infatti, minima. La maggior parte dei positivi è asintomatica o paucisintomatica. Sono in pochissimi ad essere ricoverati in ospedale“.

Il professor Carlo Signorelli ha poi proseguito ribadendo che l’attuale quadro non può lasciarci indifferente, considerando che non si conoscono le ragione per cui ciò avviene. Non si sa, infatti, se ciò è dovuto ad una mutazione o ad un adattamento del virus. O ancora, se è dovuto ad una diminuzione della carica virale. Potrebbe anche essere a causa delle reazioni del virus con il caldo.

Resta il fatto che l’attenzione deve rimanere alta e non bisogna abbassare la guardia. Per il professor Signorelli, infatti, se dovesse ripartire una seconda ondata, è plausibile ritenere che si avranno manifestazioni gravi.

L’unica speranza è quella che in inverno i casi restino esegui e non ci sia una nuova impennata con pressione nelle terapie intensive.

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Signorelli: “Previsioni a lungo termine? Inutili”

Sarebbero “inutili” le previsioni a lungo termine ad avviso del professor Carlo Signorelli. Ogni proiezione rischierebbe di essere errata, per tale ragione, riferisce all’Adnkronos, bisogna essere equilibrati. Non si conoscono le intenzioni del virus in futuro. Si sa soltanto che bisogna agire con la massima calma perché il Paese non può permettersi di far circolare il virus deliberatamente.

Per limitarne l’operatività bisogna essere cauti, porre in essere tutte le misure di prevenzione. Lavarsi le mani, indossare la mascherina, continuare a mantenere il distanziamento sociale ed evitare gli assembramenti.

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Ciò ad un unico fine, ribadisce Signorelli: evitare un ripresentarsi della situazione che abbiamo visto durante l’inverno. In autunno, secondo Signorelli, non dovrebbero rivedersi situazioni simili a quelle registratesi negli scorsi mesi.

Questo perché la capacità – conclude l’igienista, come riporta AdnKronosdi gestire i casi clinici è sicuramente migliorata, e tutti questi pazienti ci hanno insegnato qualcosa“.

Per il professor Signorelli, in linea con molti altri esperti, dunque, non bisogna fare previsioni a lungo termine, ma continuare a tenere alta la guardia per evitare che si possa ricadere nel baratro visto nei mesi di marzo e aprile, quando si registravano migliaia di contagi e centinaia di morti al giorno.

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