Il Premier Conte: “Vaccino anti-Covid-19? Non sarà obbligatorio”

Nel corso di un convegno organizzato in provincia di Brindisi il Premier Conte si è espresso in merito al vaccino anti-Covid-19 e circa il suo convincimento che non debba essere obbligatorio.

Giuseppe Conte
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (Getty Images)

Proseguono senza soluzione di continuità le ricerche sul vaccino anti-Covid19. Lo studio più promettente, al momento, è quello dell’Università di Oxford che sta collaborando con l’Irbm di Pomezia, un’azienda tutta italiana. La partnership tra i due istituti è grandemente proficua e le speranze circa una possibile uscita prima della fine dell’anno sono altissime. Grazie ad un accordo sottoscritto dall’Italia con l’azienda AstraZeneca, peraltro, è stata scongiurato ogni timore circa gli approvvigionamenti. Il Bel Paese, infatti, una volta prodotto il vaccino sarà destinatario, in via prelatoria, di un cospicuo numero di dosi sui 400 milioni che verranno prodotti per il continente. Proprio in merito al vaccino ed alla sua somministrazione futura ha parlato il Premier Giuseppe Conte ospite in un incontro organizzato da Affari Italiani in provincia di Brindisi, precisamente a Ceglie.

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Giuseppe Conte sul vaccino anti-Covid-19: “Non sarà obbligatorio

(Getty Images)

L’obbligatorietà dei vaccini è un tema su cui negli ultimi anni numerose sono state le querelle. Il movimento No Vax si è fatto portatore di un’ideologia per cui a loro avviso la somministrazione sarebbe nociva. Un convincimento che collide con l’indirizzo scientifico maggioritario secondo cui, invece, i vaccini sarebbero efficaci e sicuri.

Anche quando si è iniziato a parlare di vaccino anti-Covid in molti hanno espresso il proprio dissenso ad una possibile decisione del Governo di disporne l’obbligatorietà. Sul punto è intervenuto il Premier Giuseppe Conte, ospite di un incontro organizzato a Ceglie in provincia di Brindisi dalla redazione di Affari Italiani.

Il Premier nel corso della sua partecipazione al meeting ha palesato le proprie speranze, ossia che entro la fine dell’anno il vaccino sarà pronto e si è inoltre espresso in merito alla obbligatorietà di inoculazione.

Non credo debba essere obbligatorio, ciò che è certo è che sarà messo a disposizione di tutta la popolazione“. Questa la posizione del Presidente del Consiglio, il quale con diplomazia e savoir-faire ha sedato gli animi degli antivaccinisti.

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I verbali dell’Iss: “Pubblicheremo tutto”

Nel corso dell’appena passata settimana, una notizia ha sconvolto l’opinione pubblica. La pubblicazione di alcuni verbali a firma dell’Istituto Superiore di Sanità e del Comitato Tecnico Scientifico. Una circostanza, quella della loro primaria segretezza, che ha scatenato non pochi dubbi e titubanze. “Quando –spiega Conte- un frangente è così delicato, io ritengo che i verbali debbano rimanere coperti da segreti. Ma io non vi ho apposto il segreto di Stato. Saranno pubblicati tutti ed integralmente, perché questo Governo non ha nulla da nascondere“.

Non sono mancate nel corso dell’evento organizzato a Ceglie, domande sul punto al Premier Giuseppe Conte. In primis, il focus del discorso ha riguardato la mancata istituzione di zona rossa, all’alba dell’emergenza dei comuni di Alzano e Nembro. Una circostanza su cui giorni a dietro si è espresso anche il Ministro della Salute Roberto Speranza, spiegando che non vi sarebbe alcun vuoto, ma che si sarebbe agito nella più totale correttezza e trasparenza. Il Presidente del Consiglio, afferma di aver operato con la massima cautela e prudenza e di non aver mai mentito ai Pubblici Ministeri interrogato sulla questione.

Sempre in linea con quanto affermato da Speranza, il Premier Conte si sarebbe espresso in merito al lockdown esteso a tutta Italia. Le parole sono le medesime: “Mettendo in sicurezza il Sud si è messo in sicurezza tutto il Paese“.

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Speranza covid-19
Il ministro della Salute Roberto Speranza (Getty Images)

Roberto Speranza nel corso di un’intervista rilasciata alla redazione de Il Corriere della Sera, aveva appunto affermato che con la chiusura generalizzata era stato scongiurato il pericolo che il Sars-Cov2 si abbattesse sul Mezzogiorno. A riprova di ciò numeri sulla sieroprevalenza.

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