Coronavirus, l’Oms è fiduciosa: “La pandemia rallenta nel mondo”

In base agli ultimi dati registrati, abbastanza positivi, l’Oms si dice speranzosa sull’evoluzione della pandemia. Bene il continente americano

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Oms (ilfattoquotidiano.it)

I dati sull’emergenza sanitaria nel mondo non sono ancora rassicuranti. Molti Paesi non sono usciti dalla crisi e molti altri vi stanno ripiombando con un’impennata di nuovi casi positivi.

Nonostante questo però l’Organizzazione Mondiale della sanità è fiduciosa e lancia un messaggio rassicurante al mondo intero. “La pandemia di coronavirus nel mondo sta rallentando” ha specificato l’Oms. A dirlo gli ultimi dati settimanali diffusi proprio dall’Organizzazione che descrivono lo stato dell’arte.

Negli ultimi giorni, tra il 17 e il 23 agosto, a livello globale sono stati 1,7 milioni i nuovi casi registrati e oltre 39mila i decessi. Numeri che restano alti e che ci dicono che la battaglia non è ancora finita ma che secondo Oms fanno ben sperare.

Il calo rispetto alla settimana precedente è stato, infatti, considerevole: del 5,25% per i nuovi vasi e del 12,12% per i decessi. Fino al 16 agosto i nuovi contagi ammontavano a 1,8 milioni ed i morti a 44655.

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Pandemia, alcuni Paesi che con i dati preoccupano

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Il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus (Getty Images)

Rallentamento della pandemia registrato un po’ ovunque, molto bene nel continente americano nel quale il calo dei casi è stato molto alto: l’11,35%. In Europa, decisamente più avanti rispetto agli altri continenti, in una situazione di certo migliore, il calo è stato dello 0,9% e in Africa dell’8,4%.

In Europa sebbene la situazione sia contenuta, ci sono alcuni stati che preoccupano. Tra questi la Spagna, considerato tra le altre cose anche Paese a rischio. Nei giorni scorsi i numeri dell’emergenza sono arrivati alle stelle raggiungendo livelli simili a quelle registrati durante il lockdown. Non di meno la Francia che in sole 24 ore ha registrato 2400 positivi.

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Pandemia
(GettyImages)

Non va bene, invece, nel Sud-est asiatico e nel Mediterraneo orientale, le due zone che al momento restano ancora con dati più alti della media. Hanno fatto registrare negli ultimi giorni, infatti, aumenti del 4,06% e 4,28% dei nuovi positivi.

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