Covid19. Crisi lavorativa a Milano e provincia. 60mila posti in meno

Covid19. Uno degli effetti del lockdown, come previsto, riguarda la crisi del lavoro. I dati che provengono dalla città metropolitana di Milano sono allarmanti

FOTO Getty Images

Nonostante l’interruzione dei divieti avvenuta nello scorso maggio e l’inizio della tanto attesa fase 3, molte aziende non si sono mai riprese o non hanno riaperto i battenti, decretando una crisi lavorativa di proporzioni significative.

Si calcola che la disoccupazione potrebbe arrivare all’11%. Nel capoluogo lombardo, durante la quarantena, sospensioni e riduzioni di orario lavorativo avevano coinvolto circa un milione di persone. A più di tre mesi dalla riapertura generale, sono ancora 800 mila i lavoratori che stanno subendo uno stop alle loro normali attività. Questo dato ci dimostra come un ritorno alle vecchie prassi sia ancora ben lontano.

449 milioni di ore di cassa integrazione o assegni di solidarietà sono stati richiesti in Italia per l’emergenza Covid19. Un quarto di essi proviene solo dalla Regione Lombardia. Il Veneto si assesta ben distaccato al secondo posto con 56 milioni di ore.

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Covid19. Crisi di tutti i settori lavorativi, ad eccezione di uno

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Il report della Cgil e dell’ Inps, incrociato i dati della Afol metropolitana è agghiacciante: un numero che varia tra 60 e 70 mila lavoratori rimarranno senza impiego.

Il 43% delle richieste di cassa integrazione arriva dal settore metalmeccanico. Segue con distacco il 16% dell’ l’edilizia e costruzioni. La cassa integrazione in deroga è destinata anche al commercio al dettaglio e all’ingrosso, mentre un 31% va a professionisti, artisti, scuole private, istituti di vigilanza.

Meno occupati significa anche dare un duro colpo alla dinamicità del mercato del lavoro stesso.

Si registra un calo in tutti i settori: Attività sportive e di divertimento (88% in meno). Attività creative, artistiche e intrattenimento (87% in meno). Ristorazione (84% in meno). Produzione software, consulenza informatica (calo del 37%). Fabbricazione prodotti e preparati farmaceutici (15% in meno delle assunzioni).

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Inps
INPS (foto dal web)

L’unico setttore che, logicamente, non ha avuto ripercussioni ma registra un aumento è quello che riuarda l’ Assistenza sanitaria ( +1,7 %).

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