Covid-19, il monito di Remuzzi sull’esplosione di nuovi contagi

Il direttore dell’Istituto Mario Negri Giuseppe Remuzzi ha parlato dell’epidemia da Covid-19 e dell’aumento di contagi che si è registrato in questi giorni.

Coronavirus medico
(Getty Images)

L’aumento dei casi di contagio da coronavirus ha suscitato il timore di una possibile seconda ondata dell’epidemia. In molti, però, sono convinti che l’impennata di contagi non debba destare preoccupazione nella popolazione ed il rischio di tornare in una situazione d’emergenza sia remoto. Tra questi anche il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, Giuseppe Remuzzi, intervistato dalla redazione de Il Corriere della Sera. L’esperto ha sostenuto, difatti, che parlare di una seconda ondata è improprio perché la fase epidemica in Italia è sostanzialmente finita.

Leggi anche —> Covid, la follia corre in corsia: due pazienti positivi lasciano l’ospedale

Covid-19, il professor Remuzzi: “Basta isteria sui contagi, improprio parlare di una seconda ondata

Giuseppe Remuzzi Covid aumento contagi
Giuseppe Remuzzi (foto dal web)

L’autunno sarà migliore di quel che molti pensano, ma a patto che ci sia buon senso utilizzando mascherine e rispettando il distanziamento. Bisogna rimettere nel cassetto ansia e isteria“. Queste le parole ottimistiche del professor Giuseppe Remuzzi che ha rilasciato un’intervista alla redazione de Il Corriere della Sera. Il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri ha poi aggiunto che la fase epidemica nel nostro Paese sarebbe sostanzialmente terminata e parlare di una seconda ondata sarebbe improprio. Ormai, secondo l’esperto, si è entrati in una fase di sorveglianza che comprende la ricerca precisa dei contatti delle persone che risultano positive al virus.

In merito all’impennata dei casi di contagio, Remuzzi spiega che la circostanza è dovuta all’aumento dei tamponi effettuati: “Il numero dei positivi – riporta Il Corrierenon è una voce alla quale guardare con paura. Inoltre, i test che vengono fatti sono capaci di rilevare la presenza di frammenti di Dna virale, ma questo non significa che appartengano ancora ad un virus in grado di contagiare”. A questo si aggiunge anche il fatto che sia a maggio che a giugno non vi sia stato un eccesso di mortalità rispetto al 2019, a dimostrarlo, spiega il direttore del Mario Negri, uno studio pubblicato su Lancet condotto da Gianfranco Alicandro e Carlo Lavecchia, membri dell’Istituto nazionale di Statistica e dell’Università di Milano.

L’ansia di questi giorni è provocata, secondo Remuzzi, dalla confusione che si fa tra i contagi e la gravità della patologia: “Ci spaventiamo per numeri che non significano molto, ma indicano solo che si è sviluppata la capacità di entrare nella fase di sorveglianza“.

Fondamentali per Remuzzi sono le cellule della memoria che, grazie a grazie a proteine di altri virus, come quello del raffreddore, andranno a creare l’immunità. Fattori emersi anche in due studi, di cui uno pubblicato su Science ed uno in fase di pubblicazione. “Le vaccinazioni somministrate negli ultimi cinque anni –spiega il professore- si associano ad un calo dei tassi di infezione del Sars Cov-2. Tutti i vaccini proteggono e garantiscono una protezione del 30/40%, ma ovviamente sono più efficaci quelli più vicini nel tempo“.

Per quanto riguarda il numero dei tamponi, ad avviso del direttore, andrebbero fatti in maniera selettiva, dove sono necessari, come Rsa, ospedali, dipendenti del trasporto pubblico, tra il personale scolastico, senza alimentare psicosi da test.

In pochi giorni è risalito il numero dei ricoveri in terapia intensiva che in una settimana è passato da circa 40 ai 120 di ieri. Anche in questo caso, spiega Remuzzi, non bisogna fare allarmismi poiché in Italia i ricoveri per Covid sfrutterebbero solo l’1,5% dei posti totali che ammontano ad 8mila.

Leggi anche —> Ritorno a scuola, “preoccupa 7 genitori su 10″ | Il focus di Save The Children

Remuzzi: “Scuole? Stiamo riaprendo in condizione di grande sicurezza

“Rischio di morte per il virus? Ad oggi –aggiunge Remuzzi, come riporta Il Corriereil rischio è molto simile a quello di cadere da un motorino. Ossia 44 probabilità su un milione, di cui 1 su 100 di morire, così come quella di avere danni a lungo termine. A febbraio le cose erano diverse, si era nel pieno della fase epidemica”.


Infine, il direttore del Mario Negri, conclude parlando della riapertura delle scuole: “Sul tema sono state fatte molte speculazioni inutili, stiamo riaprendo gli istituti in condizione di grande sicurezza. Abbiamo tutto: il distanziamento, le mascherine, i comportamenti da adottare ed i professori che dovranno essere sensibilizzati. Inoltre si è capito anche che la scuola all’aperto o con le finestre aperte si può fare”. Secondo Remuzzi si rischia qualcosa e alcune scuole potrebbero essere richiuse, ma fa parte di questa fase di sorveglianza.

Se vuoi essere sempre informato in tempo reale, seguici anche sulle nostre pagine Facebook, Instagram e Twitter

Impostazioni privacy