Carlo Cracco in crisi: l’amara decisione per uno dei suoi locali a Milano

Carlo Cracco in crisi: lo chef stellato non se la passa bene e lascia abbassata una delle sue serrande più in nel centro città

Carlo Cracco
Carlo Cracco (foto dal web)

La crisi colpisce tutti, anche gli chef stellati. È il caso di Carlo Cracco che al momento non naviga in buone acque. Periodo nero per l’ex giudice di MasterChef che con i suoi ristoranti milanesi non vive un momento facile.

La pandemia e il lockdown hanno colpito pesantemente l’economia mondiale e gli esiti più nefasti si iniziano a rendere più noti che mai. Molte sono le attività che in marzo hanno abbassato la serranda e non l’hanno più rialzata. Tra questi un duro colpo lo ha incassato la ristorazione che mal sopporta il crollo del turismo e la grande quantità di lavoratori che restano ancora a casa con lo smart working.

Anche i ristoranti stellati, molto noti nel capoluogo lombardo, non si sono mai rialzati. Questa decisione tocca da vicino anche Carlo Cracco e il suo Carlo e Camilla in Duomo che per il momento resta chiuso.

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Carlo Cracco in crisi, le parole dello chef

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Carlo Cracco (getty images)

Carlo Cracco ha deciso di non riaprire, per il momento, il suo ristorante Carlo e Camilla in Duomo. Nel mese di giugno aveva spiegato al Corriere della Sera la sua decisione sulla chiusura: “Il problema non è adesso, ma dopo. Stiamo ancora vivendo una sorta di paralisi ma prima o poi finirà la cassa integrazione e inizierà la crisi vera. Quella che ti costringe a dover avere le spalle larghissime per tenere il colpo”.

Dopo diversi mesi le cose non sono affatto cambiate. Nonostante l’estate e il riavvio di tutte le attività la serranda del locale in Duomo non si alza. La riapertura tarda ad arrivare e Cracco non si è espresso su cosa ne sarà del futuro di Carlo e Camilla.

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carlo cracco masterchef
carlo cracco ( getty images)

Di certo le sue parole rilasciate pochi giorni fa a La Repubblica non sono molto confortanti: “Il centro al momento è un vero disastro. Con gli uffici che tardano a riaprire e chissà quando lo faranno, per noi non c’è lavoro. La situazione è migliore per chi è attrezzato con spazi all’esterno diversamente da noi”.

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