Covid-19, il professor Ippolito: “Il bollettino? vi spiego cosa mi preoccupa di più”

Il direttore dell’Inmi dell’ospedale Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, ha parlato della situazione Covid-19 in Italia durante la trasmissione Agorà.

Giuseppe Ippolito
Il direttore scientifico dell’ospedale Spallanzani di Roma Giuseppe Ippolito ad Agorà (screenshot)

Anche nella giornata di ieri si è registrata una crescita sia dei casi di contagio da Covid-19 sia dei pazienti ricoverati in terapia intensiva. Numeri che rimangono ben lontani rispetto a quelli di altri Paesi europei, ma che comunque preoccupano gli esperti, alcuni dei quali temono una possibile seconda ondata dell’epidemia. In merito ha parlato il direttore scientifico dell’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, ospite della trasmissione Agorà, in onda su Raitre. Secondo Ippolito, il dato più preoccupante è l’aumento dei pazienti ricoverati in ospedale e quello dei pazienti in terapia intensiva.

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Covid-19, il professor Ippolito: “I dati più preoccupanti sono quelli legati ai ricoveri in ospedale ed in terapia intensiva

Coronavirus
(Getty Images)

Questa mattina, il direttore dell’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, è stato ospite di Agorà, la trasmissione condotta dalla giornalista Luisella Costamagna in onda su Raitre. Ippolito ha iniziato il proprio intervento commentando i dati relativi al Covid-19 di ieri, quando si sono registrati 1.851 nuovi casi di contagio, 19 decessi e 9 ricoveri in più in terapia intensiva. “Dobbiamo guardare questi dati –spiega l’esperto- con molta attenzione. In primo luogo perché questi sono positivi che noi abbiamo trovato grazie a un grande impegno dello Stato a fare tanti tamponi. Il dato più preoccupante è l’aumento dei pazienti ricoverati con sintomi progressivi e l’aumento dei pazienti in terapia intensiva. Questi due dati rappresentano il segno che il virus ancora continua a circolare e trova persone, che per età e malattie pregresse, sono suscettibili ad una forma più grave che può essere mortale“.

Il professor Ippolito poi si è soffermato sul significativo aumento dei casi nel Sud Italia. A suo avviso, questo fenomeno, è dovuto ad uno spostamento del modello di circolazione e della “coda di effetto vacanze“. Il direttore dell’Inmi ha poi ribadito i rischi che si corrono partecipando alle feste non seguendo il rispetto delle norme anti contagio: “Basta una persona per fare decine di contagi. Noi abbiamo ormai molta esperienza: le persone contagiate porteranno il virus nel naso, probabilmente non avranno conseguenze, ma rimarrà lì. Quando il contagiato prenderà freddo perché ha lasciato la finestra aperta starnutirà dentro casa e potrà trasmettere il virus ad altri. Noi dobbiamo pensare che un modello di prudenza individuale che diventa un modello di prudenza collettiva è doveroso

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Il professor Ippolito ha poi concluso parlando della possibile mutazione del virus spiegando: “Il virus fa il suo mestiere di essere virale, un virus Rna cambia ogni giorno ed ogni volta che si rigenerano cambia leggermente. Non abbiamo ancora contezza per dire se queste sono mutazioni da cambiare il virus, al momento non sembra“.

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