Covid-19, il bollettino del 2 novembre: i numeri dell’epidemia

Il Ministero della Salute, nella giornata di oggi, lunedì 2 novembre, ha comunicato i dati dell’epidemia da Covid-19 in Italia tramite bollettino.

Covid-19 Mappa regione Italia
(Ministero della Salute)

Il Ministero della Salute ha pubblicato il consueto aggiornamento relativo all’epidemia da Coronavirus in Italia. Stando alla tabella sanitaria odierna, il numero dei casi di contagio dall’inizio dell’emergenza è salito a 731.588 con un incremento di 22.253 unità. In aumento anche i soggetti attualmente positivi che ammontano a 396.512 (+18.383), così come i pazienti ricoverati in terapia intensiva che ammontano a 2.022, ossia 83 in più di ieri. Le persone guarite sono ad oggi 296.017 con un incremento di 3.637 unità. Nelle ultime 24 ore si sono registrati 233 decessi che portano il bilancio complessivo delle vittime a 39.059.

Coronavirus, bollettino: i numeri del Covid-19 in Italia nella giornata di domenica 1 novembre

Coronavirus
(Getty Images)

Aggiornati i dati relativi all’epidemia da Coronavirus in Italia dal Ministero della Salute. Ieri, stando alla tabella sanitaria, il numero dei casi di contagio dall’inizio dell’emergenza era salito a 709.335. Di questi erano 378.129 i soggetti attualmente positivi. In aumento anche i pazienti ricoverati in terapia intensiva che ammontavano a 1.939. I guariti erano 292.380. Nelle ultime 24 ore si erano registrati 208 decessi che portavano il bilancio complessivo delle vittime a 38.826.

L’Emilia Romagna, si leggeva nelle note, eliminava 2 casi in quanto giudicati non casi Covid-19.

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Coronavirus, bollettino: i numeri del Covid-19 in Italia nella giornata di sabato 31 ottobre

Nella giornata di sabato il numero delle persone risultate positive al virus dall’inizio dell’emergenza era salito a 679.430. Aumentavano i soggetti attualmente positivi che ammontavano a 351.386. Salivano anche i ricoveri in terapia intensiva che contavano 1.843 pazienti. Il numero dei guariti era giunto a 289.426. Purtroppo si aggravava ancora il bilancio dei decessi per un totale di 38.618 vittime.

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Nuovo DPCM, verso l’accordo: deciso orario nuovo coprifuoco

Nelle prossime ore il Governo potrebbe firmare un nuovo DPCM una volta raggiunto l’accordo con le Regioni. La misura più probabile che potrebbe essere assunta è il coprifuoco alle 21, senza alcuna distinzione tra le realtà locali.

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Pandemia, il virologo Pregliasco: “Seconda ondata peggiore della prima”

Il professor Fabrizio Pregliasco, ospite di Agorà trasmissione in onda su Rai 3 ha parlato dell’attuale quadro epidemiologico. Di quella che viene definita seconda ondata del virus. Il noto virologo dell’Università di Milano ha affermato che a suo avviso questa “seconda ondata è peggiore della prima“. Il motivo risiederebbe nel fatto che oggi il virus praticamente si sta diffondendo se non proprio omogeneamente, ma di certo in maniera molto ampia. Pregliasco lo avrebbe notato in maniera diretta vedendolo non solo sul posto di lavoro, ma anche nel privato.

Secondo il professore, il veicolo di infezione maggiore sarebbe il contesto familiare, dove le possibilità di contagiano aumentano, anzi si moltiplicano. Pregliasco sul punto si spiega: “In famiglia, per forza di cose, le difese si abbassano. Invece, no. Bisogna prestare massima attenzione, soprattutto in virtù della possibile presenza di soggetti asintomatici“.

Il professor Pregliasco si è soffermato sull’attuale quadro epidemiologico. Come spesso rappresentato, il virologo ha voluto sottolineare come la pressione negli Ospedali stia aumentando nuovamente. Tuttavia, adesso è necessario mantenere la calma ed avere buon senso. Anche la Lombardia, ha affermato Pregliasco, starebbe gestendo molto meglio la recrudescenza.

Parole che preoccupano, invece, quelle relative al prossimo futuro. Secondo il professore, infatti, il rischio maggiore sarà verso Natale.

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Pandemia ed anziani, parla primario di Bergamo: “Vi dico come preservarli”

Luca Lorini, a capo del Dipartimento di Emergenza dell’Ospedale Papa Giovanni di Bergamo, ricorda molto bene la prima fase emergenziale. Lui, come tanti altri suoi colleghi era lì, in prima linea, a combattere il virus in una delle zone maggiormente colpite dall’epidemia.

Un traguardo quello raggiunto a luglio, quando venne dimesso l’ultimo ricoverato in terapia intensiva, di cui il dottor Lorini ne fu entusiasta, ma a metà, perché già sapeva che quella sarebbe stata solo una pausa. Il primario ha dichiarato, stando a quanto riferito a Il Corriere della Sera: “A luglio preannunciai che sino a quando non sarebbe arrivato il vaccino avremmo continuato a convivere con il virus. Una condizione che ci obbligava a mantenere alta la guardia”.

Ad avviso di Lorini la soluzione è una, preservare gli over 65. La ragione risiede nel fatto che se è vero che i contagi sono più alti rispetto alla prima fase non sono minimamente paragonabili a quelli di quest’ultima per due ordini di ragioni.

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In primis perché i tamponi a marzo erano effettuati solo su alcuni soggetti, in secondo luogo perché guardando il dato delle terapie intensive è evidente che nel corso della prima ondata, i pazienti necessitanti di ricovero erano quasi 10 volte in più di quelli attuali.

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