Pandemia, il virologo Crisanti: “La strategia per evitare la terza ondata dell’epidemia”

Il virologo Andrea Crisanti, nel corso di un’audizione al Senato, ha parlato dei metodi per evitare la terza ondata dell’epidemia da Covid-19 in Italia.

Andrea Crisanti
Il virologo Andrea Crisanti (foto dal web)

Il nostro Paese, ormai da settimane, sta affrontando quella che è stata definita la seconda ondata dell’epidemia da Covid-19. I numeri in aumento hanno costretto il Governo a disporre nuove misure più restrittive per cercare di limitare la diffusione del virus attraverso un Dpcm che entrerà in vigore da domani. A preoccupare alcuni esperti non è solo l’attuale situazione, ma una possibile “terza ondata” che potrebbe verificarsi durante i prossimi mesi. In merito si è espresso il virologo Andrea Crisanti, nel corso di un’audizione al Senato. Secondo il professore bisognerà adottare una strategia idonea e precisa per cercare di evitare la terza ondata dell’epidemia.

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Covid-19, il virologo Crisanti: “La strategia basata su tre armi per evitare la terza ondata dell’epidemia

Coronavirus
(Getty Images)

Per affrontare la terza ondata dell’epidemia occorre agire su tre specifici elementi: la capacità di fare tamponi sufficienti, utilizzare strumenti informatici ed adottare un sistema che renda accessibili i tamponi in tutto il paese“. Questa le parole, riportate da Today.it, del professor Andrea Crisanti, durante un’audizione al Senato. Il virologo ha parlato, dunque, di come il Paese debba agire per cercare di prevenire un’eventuale terza ondata dell’epidemia da Covid-19 dopo il verificarsi della seconda che ha colpito in queste settimane l’Italia.

Nel dettaglio, il virologo parlando della prima “arma” per evitare un’altra impennata nel corso dei prossimi mesi, ha spiegato che bisogna agire attraverso dei tamponi mirati, ossia quando una persona positiva ha interagito con altri soggetti negli ultimi cinque giorni, bisognerà testare quest’ultimi per evitare la diffusione del contagio. A questa strategia vanno affiancati sistemi informatici che consentano il monitoraggio dei casi regione per regione in modo da avere un quadro specifico di come il virus si diffonda e prevedere quello che possa accadere dopo. Infine, secondo Crisanti, bisogna instaurare un sistema per mettere a disposizione di tutti i test per renderli accessibili dove sono necessari.

Su quest’ultimo punto, l’esperto ha affermato: “In Italia ci sono differenze enormi sul territorio di accessibilità ai test. Penso che se ciò è riuscito a farlo il Vietnam, potrà tranquillamente metterlo in atto anche l’Italia“.

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Infine il professore dell’Università di Padova, a sostegno della sua tesi, ha ricordato il caso di Vo’ Euganeo affermando che se non fossero stati testati tutti e senza l’isolamento dei positivi al 30 marzo, l’80% della popolazione avrebbe contratto il coronavirus. Con questi provvedimenti, conclude Crisanti, si è riusciti a ridurre la capacità di trasmissione del virus del 98%.

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