Salvatore Parolisi oggi: ha scontato metà della pena e ha una nuova relazione

Salvatore Parolisi oggi: la vita in cella dell’ex militare e il legame con una nuova donna. Ha già scontato metà della pena

Carcere(Getty Images)
Carcere (foto da Getty Images)

Che fine ha fatto Salvatore Parolisi? L’ex militare di Frattamaggiore venne condannato a 30 anni per l’omicidio e l’occultamento del cadavere della moglie, Melania Rea. Oggi l’uomo ha 42 anni, ha ricevuto uno sconto di pena, da trenta a venti, e si trova nel carcere di Bollate. Lì è considerato un detenuto modello. Lavora da centralinista nel carcere e studia per laurearsi in giurisprudenza. Riesce, per questo motivo e non solo, a ricevere dei permessi anche di settimane. Riceve, inoltre, la visita di una donna, coetanea, con il quale – secondo il giornale “Giallo” –  ha stretto un nuovo legame, una nuova relazione. I permessi per lo studio vanno, per legge, da un’ora a 15 giorni consecutivi, per un massimo di 45 giorni l’anno.

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Parolisi, le reazioni

Carcere
Carcere (Getty Images)

Salvatore Parolisi, condannato dalla Corte di Cassazione a 20 anni di reclusione, si è sempre professato innocente ed avrebbe dichiarato di aver intrapreso gli studi di giurisprudenza per cercare il vero assassino della moglie. L’ultima volta che si è parlato in pubblico dei permessi premio per l’ex militare è stato durante il noto programma della Rai  Chi l’ha Visto. Durante il programma, l’avvocato della famiglia Rea Mauro Gionni che ha affermato: “Speriamo che questo non comporti il fatto che la famiglia Rea possa ritrovarselo sulla porta di casa. Questo perché c’è una situazione abbastanza delicata in merito alla posizione della figlia, per la quale Parolisi ha perso la patria potestà“. Questa circostanza, però, spiega Michele Rea, fratello di Melania, non restituirà ai parenti e soprattutto alla figlia Melania: “L’ergastolo che non hanno dato a Parolisi lo abbiamo preso noi. Nessuno potrà ridarci Melania“.

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Carcere (pixabay)
Carcere (pixabay)

Melania venne ritrovata nel 2011 senza vita  nel bosco di Ripe di Civitella, in provincia di Teramo, a due giorni di distanza dalla morte. Secondo l’accusa, il movente fu proprio la relazione tra due militari.

 

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