Massimo Galli: “Le terapie intensive si svuotano più per i morti che per le dimissioni”

Il direttore di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, ospite ad Agorà, ha parlato dell’epidemia da Covid-19 e dell’aumento di morti registratosi ieri.

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Massimo Galli durante la trasmissione Agorà (screenshot)

Nella giornata di ieri, la seconda ondata dell’epidemia da coronavirus ha fatto registrare nuovi preoccupanti aumenti. Tra questi, in particolare, il dato dei decessi giornalieri che ammontava a 731, mai così alti dallo scorso 3 aprile. Ad oggi, il numero delle vittime in Italia dall’inizio dell’emergenza è di oltre 46mila. A preoccupare sono anche i ricoveri nei reparti di terapia intensiva, poco meno di 4mila. In merito ha parlato il direttore di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, ospite della puntata odierna di Agorà. Secondo l’esperto, si registreranno altre vittime e se le terapie intensive si svuotano e proprio per via dei decessi.

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Covid-19, Massimo Galli: “Le terapie intensive si svuotano più con i morti che con le dimissioni

Coronavirus
(Getty Images)

Purtroppo vedremo altri decessi perché le infezioni sono in cammino e producono anche questo. Siamo vicini alla soglia dei 4000 pazienti in terapia intensiva: se questi reparti si svuotano, hanno un ricambio più con i morti che con le dimissioni“. Queste le parole di Massimo Galli, direttore di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, questa mattina ad Agorà che ha commentato il dato registratosi ieri in merito alle vittime. Stando al bollettino del Ministero della Salute, nella giornata di ieri si sono registrate 731 nuovi decessi, un dato mai così alto dai primi giorni di aprile.

Per quanto riguarda gli altri indicatori, secondo l’esperto, pare che si stia raggiungendo il cosiddetto plateau. Si cominciano ad intravedere, dunque, i primi risultati delle nuove restrizioni stabilite dal Governo grazie anche alla capacità della popolazione di mettersi in sicurezza autonomamente.

In relazione al dibattito sul sistema delle zone rosse e della divisione del Paese in tre zone, Galli afferma: “Posso capire che la politica in tutta Italia abbia bisogno di far passare un messaggio rassicurante ed utile al singolo politico locale, ma non si ottengono risultati con qualche sconto anticipato. Adesso è il momento di stringere i denti“. La complessità di questo meccanismo, spiega il direttore di malattie infettive dell’ospedale, è stata concepita dal Comitato Tecnico scientifico per cercare di dare il massimo delle garanzie e dell’efficacia. “Le regioni –prosegue- sono aree vaste, forse bisognerebbe ragionare su problematiche diverse all’interno del contesto delle stesse regioni“.

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Infine Galli, sulla possibilità di un nuovo lockdown, afferma che quest’ultimo è una misura già testata e che ha funzionato, mentre i provvedimenti di chiusure limitate sono in fase di sperimentazione e bisogna vedere quali sono le modalità ed i tempi che potrebbero rivelarsi più lunghi. “Rispetto a marzo la situazione è diversa perché vi sono casi in tutto il Paese, non vi sono zone che non sono colpite“.

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