Pandemia, le parole di Speranza suonano come un avvertimento

La pandemia sembra rallentare un po’ la sua corsa ma il ministro avverte che ancora c’è da tenere un atteggiamento rigoroso

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(Getty Images)

La pandemia continua a correre veloce nel mondo. Nel nostro Paese, dopo giorni difficili in cui i numeri hanno fatto parlare di una seconda ondata spaventosa e forse anche più forte della prima. Ora iniziano a comparire i primi spiragli di luce.

L’indice Rt comincia a scendere e ad avvicinarsi all’1. Ma la lotta contro il Covid-19 non è ancora finita. La controtendenza nei contagi è iniziata ma c’è ancora molto da fare continuando a mantenere la massima prudenza.

Già da tempo si parla di Natale e di cosa potremmo fare e cosa no nelle prossime festività anche se il Governo e gli esperti non si sbilanciano più di tanto. Anzi il ministro della Salute Roberto Speranza ha parlato chiaramente di quello che sarà. Nessun “liberi tutti” ha precisato durante un evento online dei farmacisti.

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Pandemia, le parole di Speranza sul futuro

Pandemia Roberto Speranza
Roberto Speranza (GettyImages)

“I primi segnali in controtendenza dopo le settimane di crescita vertiginosa del contagio si vedono, ma sono ancora del tutto insufficienti – ha detto Speranza – La pressione sui sevizi sanitari è fortissima. Rt sta calando ma dovrà ancora scendere strutturalmente sotto l’1. Sola allora vedremo risultati più significativi”.

Le parole del ministro sono chiare. Un bagliore c’è ma ancora non si può cantare vittoria. Urge mantenere un atteggiamento rigoroso con regole rigide ancora.

E per Natale? Pare che il Governo sia già al lavoro per decidere delle misure ad hoc che non consentano però una libertà sfrenata. Speranza lo ha ribadito: “Dovremo ancora resistere per una fase significativa. Guai a interpretare questi primi segnali come un liberi tutti”.

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Roberto Speranza
Il ministro della Salute Roberto Speranza (Getty Images)

E Galli, l’esperto del Sacco di Milano, sta dalla parte del ministro. “La seconda ondata ci è già costata circa 12.000 morti e se a Natale non si sta attenti non finirà più – ha chiosato – So che è impopolare dirlo, ma non è il tempo del liberi tutti e non lo sarà a lungo. Non ne veniamo fuori se invece di guardare alla realtà cominciamo la corsa alla riapertura”. 

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