Giorgio Pasotti e le bare a Bergamo “sopra quei camion”

L’attore e regista Giorgio Pasotti racconta la sua toccante esperienza del lockdown e di una persona a lui molto cara, deceduta per Covid

 

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Uno dei più celebri volti tra i registi dell’epoca moderna, Giorgio Pasotti racconta la straziante esperienza vissuta alle idi di Marzo. Autore di una pellicola produttiva molto suggestiva, in onda ieri sera su Canale 5, dal titolo “Il silenzio dell’acqua” si è concesso ad un’intervista molto toccante.

Non è la prima volta che vediamo Pasotti esibirsi sul grande schermo. Ci aveva provato lo scorso Giugno, quando l’ultimo film prima di questo e dal titolo “Abbi Fede” lo vedeva protagonista nelle vesti di un sacerdote, attivista e precursore della fede. La scelta di intraprendere la strada della religione era dettata dal fatto che la sua vita, fino a quel momento aveva incontrato diverse sofferenze, nonchè preda di un destino crudele.

La pellicola televisiva è tuttora disponibile per utenti e telespettatori, sulla piattaforma in streaming di “RaiPlay”, condannati dalle restrizioni del DPCM e dal non poter frequentare cinema e teatri. Durante le riprese del film Giorgio Pasotti si trovava a Roma e vi è rimasto fino al termine del lockdown nazionale, dovuto al Covid-19

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Giorgio Pasotti e le lacerazioni d’animo durante il lockdown

 

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Non sono stati giorni spensierati per il celebre regista bergamasco, Giorgio Pasotti. Quel giorno si trovava sul posto di lavoro, alle prese con le riprese cinematografiche, quando venne a conoscenza di una notizia che sconvolse per un attimo il suo stato di quiete.

A lui e a tante altre persone che per un motivo o per un altro erano costrette a spostarsi fuori dai propri confini regionali non fu concesso di ritornare in “patria”. Giorgio ha speso tutto il periodo del lockdown, fuori dalla sua amata Bergamo, una delle realtà d’Italia più colpite dalla pandemia a Marzo.

Le immagini del trasporto delle “bare sopra a quei camion” dell’esercito hanno colpito profondamente il regista, che fisicamente era a Roma, ma con la testa e il cuore, nella sua città natale. All’interno di quei veicoli telonati viaggiava anche il corpo di una sua carissima zia.

La testimonianza espressa da Giorgio Pasotti durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo film è davvero agghiacciante. La rabbia e allo stesso tempo il dolore che provava quel giorno erano indescrivibili. Pasotti si sentiva addirittura colpevole di non aver potuto aiutare quelle anime, salite al cielo dopo ultime ore di vita terrena, travagliate e in preda alla solitudine.

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Ecco perché, la memoria di quel periodo è motivo di dedica espressa da Pasotti, durante la presentazione dell’ultima pellicola cinematografica

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