Recovery plan, in quali campi si spenderanno i 200 miliardi dell’Europa

Ecco il progetto Recovery Plan: come spendere 196 miliardi, priorità a ecologia e sanità, tutto in mano a un comitato di esperti e manager

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Soldi (Getty Images)

La bozza è già pronta da tempo ed è poi l’oggetto delle discussioni nel Governo. Il Recovery Plan, il piano di investimenti che l’Italia potrà effettuare attraverso per portare avanti il paese. E’ un piano di crescita dal valore di 200 miliardi di euro, di cui 80 a fondo perduto. L’Italia ha già preparato una bozza del piano, del valore di 196 euro. Questi sono i settori della società in cui si intende intervenire per poter avere u paese più avanzato e migliore.  Alla digitalizzazione e innovazione saranno destinati 48,7 miliardi, all’area “rivoluzione verde e transizione ecologica” andranno 74,3 miliardi, al settore “Infrastrutture” per una mobilità sostenibile 27,7 miliardi. Al settore “istruzione e ricerca” andranno 19,2 miliardi, alla Parità di genere su 17,1 miliardi. L’area sanità, infine, avrà su 9 miliardi di investimenti.

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Recovery Plan, pronta la bozza

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Giuseppe Conte (Getty Images)

L’obiettivo è quello di rendere il paese più trasparente ed efficiente attraverso un passo in avanti verso la digitalizzazione. Quest’ultima può rendere il paese più snello e meno appesantito dalla burocrazia. Un paese più verde specie sotto il profilo energetico può portare ad un risparmio e un miglioramento in ottica di lotta all’inquinamento e rallentamento del cambiamento climatico. Le infrastrutture, specie al Sud, sono da sempre investimento basilare, un pilastro sul quale far poggiare l’economia di un territorio. Per l’attuazione, il premier Conte ha individuato in un  Un “Comitato di responsabilità sociale, composto da rappresentanti delle categorie produttive, del sistema dell’università e della ricerca” per eseguire l’attuazione e dare “pareri e suggerimenti”.

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Treni (foto Pixabay)

E’ prevista quindi una governance con cabina di regia politica, struttura tecnica con capi missione e il citato comitato sociale. Al vertice esecutivo dei vari progetti ci sono dei tecnici. Questo punto è la nota che una parte minoritaria del governo non ha condiviso. Per Italia Viva, infatti, i progetti devono restare i mano alla politica e non ai tecnici.

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Il tentativo di Conte è chiaramente quello di tenere svincolato questo importante progetto, concesso dall’Unione Europea dopo lunghe battaglie diplomatiche, dalle tradizionali logiche politiche. L’idea è condivisa dalle maggiori rappresentanze politiche della maggioranza. Questo lascia pensare ad una soluzione non lontana.

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