“Volo Air Transat 236” e l’inconveniente del carburante: epilogo col fiato corto

Ultimo episodio della prima stagione di “Indagini ad Alta Quota”. Il destino del volo “Air Transat 236”, con il fiato sospeso…

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Air Transat 236 – Screenshot Video

L’ultimo capitolo della prima stagione di “Indagini ad Alta Quota” ci propone una storia a “sangue freddo”, dove i protagonisti del racconto hanno vissuto attimi di panico e sensazioni negative, che certamente non dimenticheranno per il resto dei loro giorni.

Si tratta dei passeggeri e membri dell’equipaggio del volo “Air Transat 236”, un velivolo di linea con tratta di competenza Toronto-Lisbona. A bodo dell’Airbus A330-243 vi erano in tutto 306 componenti di viaggio, di cui 13 professionisti di linea e 293 viaggiatori. L’episodio dell’incidente ha sfiorato la massa d’acqua atlantica, fino ad un epilogo che ha tenuto tutti i membri presenti sul mezzo con il respiro corto.

Era il 24 Agosto del 2001, quando l’Airbus decollò dall’aeroporto di Pearson, destinazione Lisbona (Portogallo). Il pilota decretò l’allaccio delle cinture di sicurezza con ampio ritardo, dovuto alle pratiche di manutenzione aerea

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“Air Transat 236”, il guasto che ha causato il terribile impatto con la terraferma

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Air Transat 236 e l’impatto sulla pista di Lajes (Azzorre – Portogallo) – Screenshot Video

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Il volo “Air Transat 236” prima del decollo verso il Portogallo aveva caricato 48 tonnellate di miscela. Il viaggio proseguiva in tutta tranqullità, finchè scoccata la quinta ora di volo, la spia gialla del motore si accese sul cruscotto dell’aereo, in cabina di pilotaggio. Segnalava un’anomalia nello stesso, ovvero una scarsa quantità di olio.

I piloti a “prua” del volo invitarono il resto dell’equipaggio in servizio ad andare a controllare, l’efficienza delle aree di deposito di carburante, affinchè non presentassero perdite. Lo sfasamento dovuto ad un’alta pressione e una bassa temperatura preoccupò i membri in servizio che allertarono immediatamente l’incongruenza alla stazione aeroportuale di arrivo.

Dopo quasi 10 minuti dall’accensione della spia, per evitare di perdere altro carburante, i piloti ordinarono di disattivare il miscelatore nell’ala sinistra del velivolo. Trascorsi 5 minuti l’indicatore del galleggiante continuava ad abbassarsi in maniera importante, fino a segnare 3,2 tonnellate rimanenti, anzichè 10 come da previsione. Ad esaurimento del carburante nell’ala destra, venne dichiarato lo stato di emergenza.

“Air Transat 236”, la manovra precipitosa d’atterraggio

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Volo Air Transat 236 – Screenshot Video

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Così l’Air Transat 236, senza neanche più un solo litro di miscela si trovò a gestire un atterraggio molto precipitoso. Il contributo dei piloti fu eccezionale in tal caso. Entrambi i direttori in cabina di “regia” riuscirono a far “planare” il mezzo di trasporto, gestendo la velocità di attrazione gravitazionale con un “testa coda” a 360 gradi. La “trovata” degli “artisti” di linea era avvenuta dopo che anche il motore si era spento e l’aereo iniziava a precipitare con un’angolazione del “muso” di 270 gradi verso la terraferma.

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Comandante Robert Pichè e co-pilota dell’Air Transat 236 – Screenshot Video

Con questo andamento, l’Aibus 330 atterrò in maniera piuttosto violenta sulla pista dell’aeroporto di emergenza di Lajes (Arcipelago delle Azzorre – Portogallo), provocando fortunatamente solo ferite lievi a 16 passeggeri e 2 assistenti di volo. Il resto dell’equipaggio abbandonò l’aereo nel giro di pochi secondi, ma al comandante Robert Pichè e il suo co-pilota non tardò ad arrivare l’encomio di “Superior Airmanship Award”, nonchè eroi di un destino collettivo ormai segnato

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