Happy Family Grajaù, il racconto di uno dei fondatori: “Aiutiamo i ragazzi”

Stefano Fazi uno dei fondatori di Happy Family Grajaù racconta in esclusiva a Yeslife la storia dell’associazione e i progetti in tempo di Covid

Happy family grajaù
ufficio stampa

Happy Family Grajaù è un’associazione onlus che assiste i bambini ricoverati in particolari reparti pediatrici degli ospedali e all’estero supporta i bambini che vivono in posti alto indice di criminalità e violenza. Il gruppo è formato da sei persone, amici e fondatori che grazie a delle collaborazioni sono riusciti da dare vita a tanti progetti.

Curiosi, abbiamo fatto qualche domanda a Stefano Fazi, uno dei fondatori dell’associazione che ci ha mostrato i progetti, le idee e la grande famiglia che si è creata in questi anni.

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happy family grajaù
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Quando e come è nata l’associazione Happy Family Grajaù?

L’associazione è nata da un viaggio. Uno dei miei fraterni amici, un altro dei fondatori, nel 2010 è andato a fare un viaggio in Brasile e ha conosciuto questa realtà appunto a Grajaù, di un centro di convivenza gestito dalle suore dorotee dove sono ospitati centossessanta ragazzi dai sei ai quindici anni a San Paolo del Brasile, dove queste suore dorotee accolgono i ragazzi che altrimenti finirebbero nel giro della droga e della prostituzione. Quindi si è innamorato di questo progetto e tornando in Italia ne ha reso partecipi i suoi amici migliori e da abbiamo cominciato a fare delle cose piccoli eventi, un’altra cosa, ci siamo appassionati abbiamo fatto venire i ragazzi brasiliani in Italia, abbiamo cominciato a innamorarci di questa situazione, siamo diventati una onlus abbiamo cominciato a fare sempre le cose un po’ più in grande fino ad arrivare al 2014 in cui abbiamo creato questa famiglia con gli altri amici di Happy family. Quindi adesso le nostre azioni la parte estera sempre in collaborazione con le suore dorotee e una parte italiana, il romano soprattutto, dove aiutiamo i reparti pediatrici degli ospedali.

Qual è l’obiettivo del gruppo?

Aiutare i ragazzi, noi siamo portati verso l’infanzia quindi i reparti pediatrici negli ospedali romani, banalmente ci vestiamo da Babbo Natale il 24 dicembre e portiamo i regali ai bambini che sono ricoverati la notte di Natale, forniamo assistenza e portiamo le poltrone ai degenti negli ospedali, andiamo in Congo e apriamo una scuola, abbiamo allestito un campo di calcetto in Albania sempre nelle vicinanze di una missione delle suore dorotee, abbiamo aiutato una casa famiglia durante l’emergenza Covid.

A tal proposito quali sono i progetti nati durante l’emergenza?

L’emergenza covid è stata un’esperienza tra le più belle perché abbiamo lanciato una raccolta online e c’è stata una risposta eccezionale dei nostri sostenitori e quindi abbiamo raccolto un bel po’ di soldini e abbiamo deciso di aiutare due case famiglie a Roma e di fornire i-pad per alcuni ospedali romani, perché in quel caso abbiamo capito che l’emergenza era mettere in comunicazione il paziente che stava soffrendo senza possibilità di contatto con la famiglia e  quindi abbiamo connesso queste due realtà fornendo dei tablet. Nel mentre abbiamo fornito e fatto una raccolta alimentare per tutta l’emergenza Covid: abbiamo aiutato due case famiglia che facevano pacchi alimentari per le famiglie che in quel momento avevano perso il lavoro e che faticavano, come sta succedendo, ad arrivare a fine mese.

BEATRICE MANOCCHIO

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