Settore Agriturismo in rovina. La testimonianza di un’imprenditrice

Il Settore Agriturismo è in ginocchio e sta cedendo di fronte alla crisi economica dovuta alla pandemia da Coronavirus. Le parole di un’addetta ai lavori

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Agriturismo – Instagram

Ai microfoni di Stasera Italia, programma di approfondimento politico e socio-culturale, condotto da Barbara Palombelli, arriva il grido d’aiuto di un’imprenditrice toscana.

La crisi sanitaria, com’è ormai noto, ha comportato drastiche chiusure, limitazioni, divieti che sono sfociati in un allarme generalizzato in diversi settori economici. Cultura, turismo e ristorazione sono, purtroppo, le vittime più lampanti. Dopo 10 mesi di contagi e dati sempre più tragici diffusi dal ministero della salute, le prospettive di un recupero in tempi brevi sono davvero minime.

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Settore Agriturismo: le sovvenzioni non bastano

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Camilla Apollonj Ghetti si fa portavoce di una categoria ormai in ginocchio, quella dei lavoratori del settore agriturismo. L’imprenditrice opera nel cuore della Maremma Toscana, regione ampiamente vocata a questo tipo di attività. L’emergenza da Coronavirus le ha permesso di tenere aperta la propria struttura solo per un periodo limitato durante la scorsa estate. Assolutamente insufficiente, così come lo sono le sovvenzioni ricevute dallo Stato che non possono sopperire a costi di gestione immensi.

Del suo agruturismo resta la desolazione di camere prive di ospiti, cucine vuote e silenzio assoluto. Gli aiuti giunti fino ad ora constano in 4mila euro totali. Camilla Apollonj Ghetti sottolinea che questa cifra non riesce nemmeno a coprire un unico mese di spese. “Quando riaprirò, sperando di riuscirci, non accendo l’interruttore e faccio venire i clienti, non funziona così naturalmente” – ha detto davanti alle telecamere di Rete4.

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Ha dovuto mandare a casa tre dipendenti che ora si ritrovano senza lavoro. E’ rimasta da sola ad occuparsi delle faccende vive, dalla pulizia della piscina fino al calcolo delle tasse da pagare. Non si arrende però l’imprenditrice, in lei arde ancora la speranza in virtù del lavoro fatto fino all’inizio dell’incubo pandemico: “Mi aspetto più fondi veri, reali – conclude – Ogni notte penso a quello che ho fatto e al rischio concreto che io debba chiudere questo posto meraviglioso”.

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