Mas Milano, il racconto delle neodiplomate: “Siamo molto arrabbiate”

Intervista esclusiva a Diletta, Maddalena e Giulia direttamente dal Mas di Milano. Le neodiplomate raccontano la loro esperienza ai tempi del Covid

Mas Milano
ufficio stampa

E’ già un mese che il governo ha deciso di chiudere cinema, teatri, scuole di danza e tutto quello che fa parte del mondo dello spettacolo. Molti si riducono a provare a casa, altri a fare lezioni online e altri ancora rinunciano per il momento a quello che tanto hanno desiderato. Molti giovani si sono appena diplomati nelle Accademie ma non hanno modo di far vedere al mondo quanto valgono, il loro futuro sembra bloccato in una bolla. Tra questi ci sono Diletta, Maddalena e Giulia, tre ragazze neodiplomate dal Mas di Milano. 

Una ballerina, una cantante e l’altra performer, le tre giovani ci hanno raccontato il loro punto di vista in questo secondo momento di emergenza. Il mondo degli artisti è fermo, ma loro hanno tanta voglia di mostrare quanto valgono.

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Come vi sentite in questo secondo lockdown?

Diciamo che un po’ ce l’aspettavamo perché si vociferava già il fatto che richiudessero tutto quindi eravamo già pronte a questo però certo non è stata una cosa bella. Già abbiamo vissuto la prima quarantena dove fortunatamente eravamo nel college dell’Accademia, quindi eravamo insieme ed era più facile da una parte vivere il tutto. C’erano giornate no, giornate in cui eravamo felici e facevamo cose per evitare di pensare e quindi ci sostenevamo.

Vi siete diplomate durante l’emergenza e quindi vi siete allenate seguendo tutti i protocolli riguardanti il Covid, com’è stato lavorare così?

Non è stato semplice perché noi abbiamo lasciato l’Accademia a febbraio e siamo tornati a settembre e arrivare in Accademia e avere nuove regole non è stato semplice, però non è stato neanche tanto complicato perché ci siamo abituati molto velocemente a quelle che erano tutte le norme che erano state messe all’interno dell’Accademia. L’unica cosa che è stata difficile è stato il contatto fisico, per la preparazione degli esami in primis perché dovevamo mettere su delle performance e delle messe in scena che determinate volte prevedevano il contatto fisico e non poteva esserci.

Pensate ci possano essere delle soluzioni per continuare a lavorare anche in questa situazione?

Parlo a dovere di tutti gli artisti cioè siamo molto arrabbiati. Questo l’ho visto anche nel mese di settembre quando eravamo in Accademia e vedevo la realtà dentro e fuori, fuori intendo supermercati, mezzi pubblici e qualsiasi altra cosa. Per quanto ci riguarda nelle scuole di danza e nelle palestre, da quello che ho visto io si è sempre seguito un distanziamento, igienizzare prima e dopo le lezioni. Se dovessero riaprire tutto e anche le scuole di danza non cambierebbe nulla, perché noi abbiamo sempre seguito il protocollo dato e quindi se la situazione continuerà per molto, sicuramente noi saremo i primi a seguirlo.

BEATRICE MANOCCHIO

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