Carlo Verdone: “No ai film in streaming, non ho voluto farlo uscire così”

Il celebre attore romano ha svelato il proprio pensiero riguardante il cinema e la pandemia e i film in streaming che hanno preso il posto delle uscite in sala.

L’attore e regista romano durante quest’anno difficile si è dedicato alla scrittura: “Non ho fatto altro. Questa pandemia è stata una tragedia“, in attesa che il suo ultimo film ‘Si vive una volta sola‘ con Rocco Papaleo, Anna Foglietta e Max Tortora possa arrivare nei cinema.

Ma in molti si sono chiesti il motivo per il quale il suo film non sia uscito in streaming a Natale come è stato per altre pellicole: “Non ho voluto perché i film sono fatti per essere visti in sala, su uno schermo grande, le serie invece per la tv, c’è una bella differenza”.

Tuttavia anche Verdone ha scritto una serie tv per Amazon Prime: “Si chiama ‘Vita di Carlo’ in dieci puntate. Protagonista sarò io, la mia casa. Gli episodi da raccontare sono tanti”.

Riguardo la prossima uscita del suo film, l’attore romano decide di parlarne in questi termini: “Un film sull’importanza dell’amicizia, soprattutto quando si è soli e con tanti errori alle spalle”.

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Le scelte e l’opinione di Verdone

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Carlo Verdone per ‘Si vive una volta sola’ ha voluto come attrice Anna Foglietta e alla domanda su come scelga le protagoniste dei suoi film risponde così: “Deve essere interessante, anche se non bella deve avere un magnetismo, il volto è importante: il cinema è fatto di primi piani! Naturalmente la personalità. E poi deve saper muovere bene le mani, tengo molto alla gestualità. E ancora, la tonalità della voce, le pause. In genere io ho una folgorazione, e quando scelgo sono sicuro al 90 per cento, comunque mai fermarsi alla primo colpo, un’attrice bisogna osservarla”.

Infine riguardo la televisione di oggi commenta così: “Darei una medaglia d’oro a Piero e Alberto Angela perché fanno cultura, hanno istruito tanti italiani, mi piace anche Chiambretti. In genere la tv oggi sembra voglia spendere il meno possibile: mettono persone in una camera, diventa una riunione di condominio.

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E poi piangono tutti. Non è buona televisione“, conclude il regista.

 

 

 

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