La prima donna giustiziata dal governo federale: chi era Lisa Montgomery

Il 13 gennaio Lisa Montgomery ha ricevuto l’iniezione in Indiana per aver ucciso una donna incinta. La sua triste storia.

Il 13 gennaio 2021, Lisa Montgomery è stata giustiziata tramite iniezione letale, ricevendo il siero letale nel carcere di Terre Haute, in Indiana. L’accusata, 52 anni, l’unica donna nel braccio della morte federale, era stata giudicata colpevole di un atroce delitto. Lisa ha ucciso Bobbie Jo Stinnette: la vittima, incinta, è stata strangolata con una corda. L’atroce omicidio risale al 2004, quando l’assassina ha deciso di uccidere e aprire il ventre della ragazza per estrarre il feto e portarlo via, come se fosse suo figlio; lasciandola morire dissanguata.

La sua esecuzione era stata temporaneamente sospesa per favorire la perizia psichiatrica: una sospensione che aveva suscitato un’ondata di speranza tra gli oppositori della pena di morte. L’avvocato Kelley Henry, ha bollato la decisione di procedere con l’esecuzione come decisione “crudele e illegale”; nonché “superfluo esercizio di potere autoritario”.  

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Il tormento di Lisa Montgomery: una vita spezzata sin dall’inizio

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Lisa Montgomery non è la peggiore delle peggiori; bensì “la più distrutta tra i distrutti” – ha specificato Sandra Babcock, la direttrice della facoltà del Cornell Center. Nella videochiamata, la donna condanna la decisione di Donald Trump relativa alla fine alla moratoria sulla condanna. “Il governo non si è fermato davanti a nulla nei suoi sforzi e ha scelto di uccidere questa donna ferita e delirante” – ha gridato l’avvocato di Lisa – “la sua esecuzione è stata tutt’altro che giustizia.” Difatti, era sotto gli occhi di tutti il fatto che Lisa soffrisse di gravi disturbi mentali a seguito della sua vita, estremamente travagliata sin dall’infanzia. 

I legali di Lisa Montgomery hanno confermato la sua incapacità di intendere e di volere a causa delle violenze subite da bambina. Pertanto, l’assassina non meritava di essere giustiziata tramite la pena di morte. Una vita di torture e abusi da parte dei genitori è stata la causa nodale dello sviluppo dei disturbi psicologici. Gli agenti e gli ispettori locali hanno menzionato numerosi abusi sessuali che la donna ha dovuto affrontare sin dalla tenera età, a partire dai 3 anni.

A quell’età, Lisa Montgomery dormiva nello stesso letto della sorella maggiore Diane, 8 anni; mentre quest’ultima subiva le violenze dal baby sitter. A 11 anni, Lisa iniziò a subire gli abusi del patrigno Jack. Le violenze erano sempre più frequenti e abituali: una volta l’uomo le sbatté così forte la testa sul pavimento da procurarle una lesione cerebrale. La madre di Lisa Montgomery, invece, la faceva prostituire con l’elettricista e l’idraulico in cambio di lavori di ristrutturazione della casa. I notiziari riferiscono che il patrigno l’aggredisse regolarmente per poi abusare di lei almeno una volta a settimana.

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L’avvocato di Lisa ha ricordato che la Costituzione degli Stati Uniti “vieta l’esecuzione di una persona che non è in grado di intendere e di volere.” Pertanto, “deve pentirsi e vergognarsi” chi ha concesso l’esecuzione della sua condanna, infilandole in vena il siero fatale.

Fonte BBC

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