Challenge su TikTok: i dubbi sulla morte della bambina di Palermo – VIDEO

Challenge su TikTok. Emergono dubbi sulla morte della bambina di 10 anni di Palermo. Indagini sul suo mondo fatto di decine di profili su vari canali social

Com’è purtroppo noto, non ce l’ha fatta Antonella Sicomero, la bambina di 10 anni morta per asfissia a Palermo in seguito a una challenge su Tik Tok. La piccola è rimasta in sospeso tra la vita e la morte per ore, dopo essere stata ricoverata all’ospedale Di Cristina del capoluogo siciliano.

La ragazzina avrebbe partecipato ad una gara lanciata sui social network che consisteva in una prova di resistenza prolungata di soffocamento. Ha agganciato l’estremità di una cintura a un termosifone, l’altra attorno al proprio collo. E’ stata una delle sorelline minori a trovarla e a lanciare l’allarme. Quando i genitori l’hanno portata in ospedale, era già in arresto cardiocircolatorio; a niente sono serviti i soccorsi. E’ stata autorizzata la procedura per l’espianto degli organi della piccola Antonella, vittima di se stessa e di un sistema virtuale che nella realtà effettiva si è tradotto in morte.

Emergono però nuove indiscrezioni che assolverebbero i social network da questo fatale avvenimento.

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Challenge su TikTok. Cosa emerge dal mondo virtuale della bambina morta a Palermo

scherzo su twitter
twitter (Photo Mix – Pixabay)

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La Challenge su Tik Tok che prevede resistenza prolungata al soffocamento ha un nome ben preciso, si chiama Blackout Game, e non è una novità. Serpeggiava tra i giovani già all’inizio degli anni ’90, ben prima che internet e i social network diventassero normalità.

Secondo le ultime indiscrezioni, la morte della bambina di 10 anni, avvenuta a Palermo per asfissia, non sarebbe legata a un tentativo di emulazione di questa sfida.

All’identità di Antonella Sicomero sono legati 5 account Instagram, diversi profili Facebook, uno sull’app Likee e una quantità non meglio precisata di account aperti su TikTok. Sono attualmente al vaglio per scoprire quanti di essi fossero realmente gestiti dalla bambina e quanti fossero attivi. Una cosa è certa, essendo minore di 16 anni, non avrebbe dovuto accedere a così tanti social network, ma è altresì facile per i giovanissimi mentire e dichiarare di avere un’età più adulta. L’apertura di alcuni profili risale addirittura al 2019, quando la bambina aveva solo 8 anni.

Cosa emerge dagli account della bambina morta a Palermo

Dal suo mondo virtuale emerge una moltitudine di selfie, ma anche immagini allo specchio, tutorial di make up, video di balletti pubblicati sia su TikTok che su Instagram. Sembra il profilo di una normalissima adolescente, sebbene stiamo parlando di un soggetto ancor più giovane.

Inoltre, non c’è nessun accenno a qualsiasi tipo di challenge fatta dalla bambina in passato o qualche proposito esplicitato per il futuro. Più precisamente, è vero che del Blackout Game si parla da anni, ma difficilmente si trovano in rete riferimenti concreti, fotografie o video; sembra più una leggenda metropolitana che un fatto che abbia poi trovato riscontro  nella concretezza dei fatti.

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Testimonianze social
Testimonianze social (Getty Images)

Al di là delle vicende che hanno portato alla morte di Antonella Sicomero, al vaglio degli inquirenti, resta aperto il dibattito sul mancato dialogo tra genitori e figli.

Questi ultimi sempre più spesso filtrano la realtà attraverso uno schermo, confondendo verità e virtuale, situazione accentuata dalla pandemia e dalla forzatura di “vivere” amicizie, scuola, passatempi, solo attraverso dispositivi digitali.

 

 

 

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