Matteo Macchioni, da Amici ai palchi internazionali. 10 anni di carriera

Matteo Macchioni intervista
Matteo Macchioni in Le Nozze di Figaro di Mozart

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Quando è nata la tua passione per la musica e qual è il primo ricordo che hai legato ad essa? 

Fin da piccolissimo distruggevo pentole e padelle sui dischi in vinile dei Toto. Il ritmo è stata la prima esigenza di gioco. Poi è diventata passione

Nasce prima l’amore per il canto o per il pianoforte? 

Ho iniziato lo studio del pianoforte all’età di sei anni. Da bambino la mia voce al microfono mi infastidiva a causa della mia timidezza. Ma poi qualcosa è cambiato. Ill canto mi ha “trovato”, non sono stato io a cercarlo!

Come mai hai deciso di partecipare ad Amici? 

Aprivano ai cantanti lirici per la prima volta nella storia di quel talent. Io non lo ero ancora assolutamente, ero pianista laureato, ma non ero cantante lirico, non ancora. Mi sono detto, proviamoci! È  andata bene!

Cosa ricordi piacevolmente di quell’esperienza e cosa invece non rifaresti? 

Ricordo tutte le persone che ci lavoravano e credo in parte ci lavorino ancora, tutte belle persone, ricordo sempre con grande ammirazione Maria De Filippi, il calore immenso del pubblico, oltre all’adrenalina pazzesca che si prova. Cosa non rifarei? Beh io ho un po’ sofferto la cosiddetta “casetta”, c’è chi vive bene l’isolamento, la parte diciamo più “reality”, io un pochino la soffrivo, ma fa parte della psicologia di ognuno. Sono un campagnolo e ho sempre fatto molta fatica negli ambienti circoscritti. 

Quali porte ti si sono aperte grazie al talent show di Canale 5?

Le porte le ho aperte io con i concorsi, le accademie liriche e lo studio, con tanta pazienza, negli anni successivi. Il talent è stata una bella esperienza che mi ha reso più visibile agli addetti  ai lavori. Daniel Oren mi ha scritturato vedendomi su Canale 5. La gratitudine resta sempre. Non dimentico. 

Pensi che debba essere dato più spazio alla musica lirica oggi?

Si certo! Sopra ogni cosa serve farla conoscere attraverso la divulgazione culturale in ambiente scolastico, fin dalla scuola primaria. 

Hai avuto diverse esperienze nella tua carriera, calcando i maggiori teatri di tutto il mondo. Qual è stato il momento per te più emozionante? 

Ce ne sono tanti…non se saprei indicare uno. Certo il debutto in teatro a Salerno nel 2010 è stato molto emozionante. Ma anche il primo “provino” in tv mi ha lasciato fortissime emozioni. Se avessi avuto un cardiofrequenzimetro addosso, il cuore sarebbe stato sempre a più di 180 battiti, come in un allenamento anaerobico!!!

Cosa pensi si possa fare attualmente nel campo artistico per ovviare a questa difficile situazione che stiamo vivendo e per non danneggiare ulteriormente i lavoratori dello spettacolo e il pubblico abituato a seguirvi?

Credo sia fondamentale pensare come avere dei protocolli di sicurezza che permettano il pubblico, seppur contingentato,  presente; sarebbe stato opportuno pensarlo già tanti mesi fa. Avevo scritto una lettera a tal proposito nel maggio 2020… . Il teatro senza pubblico è come una macchina sportiva senza ruote. 

Nel 2020 hai festeggiato i tuoi primi dieci anni di carriera: quanto è cambiato Matteo in questo percorso? 

Matteo è rimasto lo stesso sognatore di 10 anni fa. Ora mi sento più forte e le critiche mi sfiorano soltanto, ho imparato a fidarmi del mio istinto e del mio talento senza se e senza ma.

Cosa diresti oggi al Matteo che dieci anni fa si approcciava a questo mondo con l’esperienza che hai acquisito? 

Hai da soffrì caro Matteo, ma il successo arriverà quindi Daje!!!!

 A chi diresti il più profondo e sentito ‘Grazie’?

A me, alla mia determinazione. Senza Matteo, Matteo non avrebbe fatto nulla! Le persone che non mi hanno mai abbandonato sono pochissime, ma davvero pochissime. A buon intenditor… 

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Matteo Macchioni intervista
Matteo Macchioni in Elisir d’amore

Matteo Macchioni nel 2020 ha festeggiato i suoi primi dieci anni di carriera esibendosi in un suggestivo concerto a Sassuolo, sua città di origine.

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