Tutta la verità sulle fritture: quante volte possiamo eccedere a settimana senza sensi di colpa?

Sono molte le voci che vogliono la frittura come cottura tossica per il nostro organismo, ma con le dovute precauzioni ci è consentito mangiarlo un paio di volte a settimana

Quante volte consumare la frittura a settimana
Ali di pollo fritte (Foto di mrpizzamandc da Pixabay)

Esistono molte diatribe riguardo la frequenza con cui possono essere consumate le fritture durante la settimana. Sfatiamo il mito che solo gli alimenti frutti in abbondante olio siano considerati “frittura”: appartengono a queste categorie anche i soffritti alla base del ragù che prepariamo la domenica, oppure le semplici verdure ripassate in padella come contorno.

Però frittura e i fritti non fanno male in sé, poiché stimolano il fegato e lo aiutano a lavorare più velocemente, accelerando quindi il metabolismo. Vanno però seguite alcune regole nella preparazione dei piatti per evitare di incorrere in problemi di salute sul lungo periodo.

In assenze di specifiche patologie intestinali o indicazioni mediche fornite dal nutrizionista, le pietanze fritte possono essere consumate massimo due volte alla settimana. Alcuni studi medici pubblicati nel Journal of Medicinal Food, sostengono che il fritto sia più digeribile rispetto ad altri tipi di cottura in quanto l’alimento si disidrata risultando meno aggredibile dai succhi digestivi. Nella sua cottura è molto più simile agli alimenti mangiati crudi, come crudità e tartare.

Per qualsiasi informazioni e chiarimento però sempre meglio rivolgersi ad un medico che vi fornirà tutti i chiarimenti del caso anche sulla base di analisi approfondite.

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Alcune regole per una frittura sana

Quante volte consumare la frittura a settimana
Pranzo tra amici (Foto di StockSnap da Pixabay)

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Inoltre consigliamo alcune regole base nel caso si volesse realizzare una frittura in casa, degli stratagemmi che vi permetteranno di migliorare anche la qualità degli alimenti oltre che della vostra salute.

  • Utilizzare sempre olio extravergine di oliva di ottima qualità oppure un buon olio di semi di girasole se si desidera avere un gusto più neutrale della frittura;
  • Munitevi di un termometro alimentare: controllate di non superare mai la massima temperatura dell’olio 160°C- 180°C. Se l’olio emette un odore acre, oppure “fuma”, meglio gettarlo via (sempre negli appositi raccoglitori salva ambiente) per evitare di ingerire l’acroleina;
  • Durante la frittura evitare abbassamenti di temperatura della fiamma che favoriscono un eccessivo assorbimento d’olio da parte dell’alimento;
  • Evitare di riutilizzare ripetutamente l’olio da frittura, massimo un paio di volte;
  • Ridurre i tempi di cottura degli alimenti fritti, ricordiamo che nelle parti troppo bruciate dei cibi si trova l’acrilamide è una sostanza cancerogena;
  • Friggere sempre gli alimenti a temperatura ambiente, ben asciutti e non salati. Questo impedirà un assorbimento eccessivo di olio;

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Quante volte consumare la frittura a settimana
Frittelle (Foto di PublicDomainPictures da Pixabay)
  • Una volta pronto il cibo, scolarlo e asciugarlo bene. Solo a questo punto salarlo, diversamente invece il sale renderebbe eccessivamente morbido il prodotto e poco gradito al palato.
  • Infine, per friggere preferire sempre recipienti in acciaio, e padelle non troppo ampie per evitare la dispersione del calore. Evitare invece alluminio, rame e ferro.

 

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