Finti stupri nelle fiction Rai: è polemica per i troppi casi

Sono 3 i casi in poco più di un mese. Fiction trasmesse in prima serata dalla Rai raccontano stupri che poi si rivelano non veri.

“Rai 1 adesso basta con i finti stupri.” Sarebbe questo il post apparso sulla pagina Instagram dell’editoriale indipendente Aestetica Sovietica. In poco più di un mese sarebbero stati tre i casi di finti stupri in film proposti dalla Rai: Mina Settembre, Le indagini di Lolita Lobosco, Che Dio ci aiuti 6. Tre storie che raccontano di un trauma in realtà mai vissuto: una giovane estetista ha accusato un ginecologo di una violenza sessuale mai avvenuta; una donna che accusa un uomo di averla stuprata ma in realtà stava solo cercando di ricattare un uomo ricco e infine un’altra denuncia di stupro rivelatasi anche questa falsa.

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Ricorrenza stupri in film Rai: la lettera di Aestetica Sovietica ai vertici dell’azienda

Rai1 ci ricasca; per la terza volta in poco più di un mese, la prima rete del servizio pubblico nazionale propone una…

Pubblicato da Æstetica Sovietica su Giovedì 25 febbraio 2021

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Sono tanti gli utenti che sui social si sarebbero accorti di questa strana coincidenza e avrebbero chiesto delle spiegazioni proprio alla Rai. Visto le tante richieste Aestetica Sovietica ha deciso di scrivere una lettera ai vertici dell’azienda.

“Quella che poteva sembrare una coincidenza appare sempre più come un disegno politico, o quantomeno come un retaggio culturale imperdonabile in un Paese che già fa molta fatica a credere alle violenze sessuali.” Si apre così la lettera da parte di Aestetica Sovietica. In una società dove ancora troppo spesso accadono certi terribili gesti, influenzare l’opinione pubblica in modo negativo non è sicuramente educativo.

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Poi la lettera continua in modo molto chiaro: “Adesso basta. Pretendiamo spiegazioni. Queste coincidenze sono imperdonabili. Non tollereremo della retorica spicciola il prossimo 8 marzo. Il supporto ad una battaglia lo si dà anche attraverso una rappresentazione veritiera del mondo in cui viviamo”.

 

 

 

 

 

 

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