Turismo post-pandemia, nuocerà all’ambiente oppure sarà un bene?

Quanto il ritorno del turismo post pandemia inciderà sull’ambiente? Un recente studio ha risposto al quesito offrendo interessanti spunti.

Ritorno turismo pandemia
(Getty Images)

A causa della pandemia da Covid19, il Mondo è come si fosse fermato. Gli amanti dei viaggi si sono dovuti arrendere ed il settore del turismo ha accusato gli stop. Una sofferenza più volte rappresentata dagli operatori del terziario che, dai rispettivi Governi, hanno ricevuto – dove più, dove meno- dei ristori.

Al di là di tale questione, che rimane ovviamente di prioritaria importanza, c’è però chi si è interrogato su quanto questo fermo al turismo abbia giovato all’ambiente, e soprattutto quali saranno le ripercussioni su quest’ultimo quando si ritornerà a viaggiare.

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Turismo, quanto può nuocere il suo ritorno all’ambiente: lo studio

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A porsi l’interrogativo  è stato il Maldives Whale Shark Research Program (MWSRP) il quale si è concentrato sull’impatto del turismo sulla megafauna. Pare, riporta Fodors Travel, che dal 2006 al 2019 si sarebbe registrato un aumento esponenziale di gravi ferite su balene e squali dovute alle imbarcazioni. Già da questo dato, parrebbe che la risposta al quesito “un ritorno al turismo nuocerà all’ambiente” sarebbe un netto sì.

Eppure  per il direttore del MWSRP, Richard Rees, la risoluzione non sarebbe così semplice, perché le variabili da prendere in considerazione sono molteplici. Dello stesso avviso è Simon Hilbourne, Digital Media & Communications Manager presso The Manta Trust. Secondo una ricerca condotta dal suo ente, infatti, sembra che il 2020 sia stato un anno ricco di avvistamenti di mante. Eppure, non è possibile sapere con certezza se ciò è dovuto al calo del turismo. A suo avviso sarebbe fantastico ritenere che un minor afflusso di persone possa aver determinato un massivo ritorno nelle Maldive di tali animali. Tuttavia i rilievi sono diversi di anno in anno.

Inoltre, a ciò si aggiunge il fatto che il turismo pare sia un fattore fondamentale per la conservazione. Consentire alle persone di potersi immergere ed ammirare tali creature, fungerebbe da sensibilizzatore. Instillerebbe un senso di responsabilità che diversamente non si potrebbe insegnare. Sarebbe importante per Hilbourne, quindi, un confronto diretto con gli animali per spingere l’uomo a tutelarli. Inoltre con la presenza di imbarcazioni per turisti si disincentiverebbe la pesca illegale, una grande piaga per la fauna marina. Sul punto ha specificato come, non appena le navi da crociera hanno lasciato le coste, questi luoghi sono rimasti “sguarniti” lasciando presumibilmente spazio ai pescatori di frodo.

Ottimista e propositivo nei confronti di un ritorno al turismo è il Dottor Simon Pierce, co-fondatore della Marine Megafauna Foundation (MMF). Non solo per il motivo condiviso da Hilbourne, ma anche perché porterebbe il governo ad investire fondi sulla conservazione e sulla ricerca. A causa del Covid anche i ricercatori hanno dovuto fermarsi rallentando i progetti e frenando il progresso.

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(Federica Luison0_Pixabay)

In conclusione, per chiudere il cerchio e dare una risposta al quesito iniziale, come sempre “la virtù sta nel mezzo”. In realtà bisognerebbe soltanto trovare un equilibrio tra conservazione ed attività turistica.

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