Gerry Scotti incredulo su “Quiz”: “Imbarazzante che nessuno…”

Gerry Scotti commenta su La Stampa il caso dalla miniserie britannica “Quiz” e spiega di essere sicuro che nessuno abbia mai imbrogliato nei suoi programmi

Gerry Scotti è il volto storico associato al programma di Canale Cinque “Chi vuol essere milionario?” che ormai da anni, a periodi alterni, viene riproposto sul piccolo schermo con picchi di ascolti molto alti. Il conduttore però sembra alquanto disturbato da una miniserie britannica che sta spopolando negli ultimi mesi, approdata infine il 16 marzo anche su Timvision.

Si tratta di “Quiz”, la serie inglese incentrata sulla vicenda del concorrente Charles Ingram, che riuscì a vincere nel 2001 l’intero montepremi dello show “Who Wants To Be a Millionaire?”. Gerry, in una recente intervista a La Spampa, ha commentato la puntata incriminata dopo averla vista. Vediamo cosa ha dichiarato alla stampa torinese il conduttore.

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Gerry commenta i suoi programmi, “Mai stati raggirati”

Gerry Scotti Quiz intervista
Gerry Scotti (GettyImages)

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Al giornalista del La Stampa che gli ha chiesto cosa pensasse della miniserie inglese, il conduttore ha risposto: “Sono andato a vedermi la puntata incriminata. Da addetto ai lavori mi è parso imbarazzante che non si fossero subito accorti di quanto stava accadendo: i colpi di tosse che pilotavano le risposte, il ‘palo’ che si appisola sulla domanda cruciale e la moglie che tossisce sulla risposta finale”.

Da noi in Italia questo show arrivò per la prima volta il 22 maggio 2000, ma nel corso degli anni non si sono mai verificati casi analoghi a quello assistito oltre Manica. Gerry rivela inoltre che ha sempre partecipato in prima persona quando si presentavano dei casi dubbi in alcune risposte lasciate dai concorrenti.

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Il conduttore è il più adatto a capire se qualcosa non funziona” – prosegue Gerry. “Il dubbio qualche volta mi è venuto: ho fatto sospendere con una scusa la registrazione ma ci siamo sempre sbagliati. Io sono convinto che nessuno ci abbia mai raggirato. (…) É pane per i denti di Antonio Ricci una cosa del genere”.

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