La Vita in Diretta, svolta sul caso di Fabrizio Corona: la decisione del tribunale

Fabrizio Corona era ricoverato in psichiatria, è stato dimesso e trasportato nel carcere di Monza. Una svolta dopo ben 11 giorni di ricovero.

Fabrizio Corona carcere
Fabrizio Corona (Getty Images)

Disturbo borderline bipolare di tipo narcisistico associato a una sindrome depressiva maggiore. Questa è la diagnosi che si legge nell’ordinanza di revoca dei domiciliari a Fabrizio Corona.

TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE >>> Oggi è un altro giorno, Rula Jebreal: “Il suicidio di mia madre e la violenza”

Fabrizio Corona torna in carcere tra le proteste e le preoccupazioni per la sua salute

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Fabrizio Corona (@fabriziocoronareal)

TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE >>> Oggi è un altro giorno, Filippo Magnini: “Mi volevano infangare”

Per Fabrizio Corona si sono aperte nuovamente le porte del carcere, quello di Monza dove è stato condotto dopo le dimissioni alle 23 dall’ospedale Niguarda di Milano dove era ricoverato da circa dieci giorni.

A nulla sono valsi i ripetuti atti di autolesionismo a cui l’ex re dei paparazzi si è sottoposto per protestare contro la decisione del tribunale di sorveglianza di Milano nel revocare i domiciliari concessi nel 2019 per curare la sua dipendenza dalla cocaina per la violazione di alcune prescrizioni tra cui il divieto di apparire in tv e di utilizzare i social network.

Non è dunque servito il sangue di cui si è cosparso il viso dando in escandescenza alla decisione del suo ritorno in carcere e non sono nemmeno serviti i tagli che si è procurato sulle braccia, i 14 punti di sutura, le ferite con la penna biro.

In più le sue invettive verso i giudici gli hanno fatto guadagnare anche una querela e neanche lo sciopero della fame gli è servito a fargli evitare il carcere. Quello di Monza è stato scelto proprio per la presenza di un reparto psichiatrico.

Il suo avvocato Ivano Chiesa è su tutte le furie. “So solo che hanno preso un uomo che a stento si reggeva in piedi, che non mangia da 12 giorni, sono sconcertato e senza parole, non riconosco più il Paese in cui vivo e la mancanza di umanità e comprensione mi sconcerta“.

Fabrizio non riusciva a reggersi in piedi, è molto provato, ha perso otto chili – continua l’avvocato – dopo 12 giorni di sciopero della fame“.

La madre Gabriella è disperata, ha detto: “In cella mio figlio può morire“. Intanto Corona non si aspettava questa decisione che gli è stata comunicata ieri sera e i suoi legali hanno deciso di fare ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale di sorveglianza.

Ci sono tante persone, amici e non solo, che hanno fatto appelli a suo favore. Dalla madre che ribadisce che suo figlio rischia è malato e rischia la vita. Disturbo borderline bipolare di tipo narcisistico associato a una sindrome depressiva maggiore. Questa è la diagnosi che si legge nell’ordinanza di revoca dei domiciliari a Fabrizio Corona.

Solidarietà per il dramma umano dell’ex re dei paparazzi è arrivata dalle donne della sua vita, da Belen ad Asia Argento, da Nina Moric alla madre Gabriella. Inoltre, un grande artista come Celentano gli ha scritto delle lettere per incitarlo a continuare la terapia. Intanto Carlos, il figlio 18enne di Fabrizio Corona, si trova all’estero.

Se vuoi essere sempre informato in tempo reale e sulle nostre notizie di gossip, televisione, musica, spettacolo, cronaca, casi, cronaca nera e tanto altro, seguici sulle nostre pagine FacebookInstagram e Twitter.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Fabrizio Corona (@fabriziocoronareal)

Dallo studio, gli ospiti di Alberto Matano non sono teneri con l’ex re dei paparazzi. “Se tu nascondi  cinque milioni di euro nel controsoffitto cosa ti aspetti?“. Poi ancora: “Io non ho ancora visto vip spendersi per dei poveracci rinchiusi ingiustamente“.

Sul fatto che Corona abbia sbagliato – continuano – non ci sono dubbi ma se c’è una perizia che ci ufficializza che c’è un problema psichiatrico per Fabrizio o per chiunque altro ci devono essere delle strutture in cui curare queste patologie“.

Impostazioni privacy