Kim Jong-un sfida Joe Biden e lancia due missili

Lo scorso fine settimana la Corea del Nord ha effettuato il primo test missilistico dall’arrivo del leader democratico nella Casa Bianca. 

Quattro giorni dopo il lancio di due missili a corto raggio, nelle prime ore di questo giovedì (25 marzo) la Corea del Nord ha reiterato il test nucleare scagliando due proiettili nel Mar del Giappone. Tokyo ha confermato la notizia, precisando che questa volta si trattava di missili balistici, il cui lancio viola le risoluzioni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Minaccia la pace e la sicurezza del nostro Paese e della regione. È anche una violazione della risoluzione delle Nazioni Unite”, ha riferito il capo del governo giapponese. Se confermato, il lancio di tali dispositivi rappresenterebbe una vera sfida per l’amministrazione del 46° presidente degli Stati Uniti.

Il leader nordcoreano ha effettuato diversi test nucleari e ha testato con successo missili balistici in grado di raggiungere gli Stati Uniti. Il lancio di giovedì ha segnato “l’inizio delle pressioni di Pyongyang su Washington“, ha dichiarato Yoo Ho-yeol, professore specializzato in studi nordcoreani alla Korea University.

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Tokyo conferma: missili balistici

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Joe Biden (Getty Images)

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Il lancio è stato annunciato per la prima volta a Seul: a riferirlo sono state le autorità locali della Corea del Sud. Secondo quanto riportano i primi comunicati dei capi maggiori di Stato due “proiettili non identificati” erano stati lanciati in mare tra la penisola coreana e il Giappone; precisamente all’altezza della provincia di South Hamgyong, costa orientale della Corea del Nord.

Secondo quanto riporta la CNN, “i missili hanno volato per circa 450 chilometri (280 miglia), raggiungendo un’altitudine di 60 chilometri (37 miglia).” Tuttavia, il tipo esatto dei missili non era chiaro all’Intelligence statunitense; mentre è apparsa trasparente agli occhi del primo ministro nipponico Yoshihide Suga: “i proiettili lanciati erano missili balistici“. L’ultimo lancio di tali dispositivi da parte della Corea del Nord era avvenuto il 29 marzo 2020. 

L’esplosione deflagra proprio qualche giorno dopo le esercitazioni militari svolte nell’area da parte degli Stati Uniti, con la collaborazione della Corea del Sud e, soprattutto, dopo la visita – prima a Tokyo poi a Seul – da parte del segretario di Stato americano Antony Blinken insieme al ministro della Difesa Lloyd Austin.

L’obiettivo degli incontri diplomatici mira a consolidare i rapporti tra i paesi alleati. In merito, Blinken ha sottolineato il carattere urgente dell’avvio del processo di denuclearizzazione della penisola coreana: asserzioni pari a “teorie farneticanti di una minaccia nordcoreana, basate su una retorica senza fondamenti“, secondo il viceministro della Difesa di Pyongyang, Choe Son Hui.

Nonostante le molteplici sanzioni internazionali, il progetto nucleare della Corea del Nord non si arresta e continua violare le restrizioni imposte dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Difatti, negli ultimi anni la Repubblica Popolare Democratica di Corea è riuscita a sviluppare rapidamente le sue capacità militari e nucleari sotto la direzione del dittatore Kim Jong-Un.

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I funzionari statunitensi hanno affermato che l’amministrazione di Washington intende ripristinare un negoziato con la RPDC. In merito Biden ha tentato di contattare Pyongyang attraverso diversi canali, ma la sua iniziativa è stata finora ignorata.

Fonte CNN

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